
I primi racconti dalle città del Myanmar più colpite dal terremoto di 7.7. La Croce Rossa preoccupata per i danni strutturali
NAYPYIDAW - «Sta crollando tutto», «aiutatemi», sono state le prime grida degli abitanti di Sagaing e Mandalay, le città del Myanmar più colpite dal terremoto di 7.7 con epicentro nel Paese e conseguenze in tutta la regione, dalla Thailandia alla Cina sud occidentale.
Come riportano i media locali e internazionali, su tutto ha prevalso la richiesta di soccorsi, resi difficili dall'inagibilità delle strade e dei sistemi di comunicazione, e lo sconcerto per la potenza delle scosse, nonostante non siano rare in quest'area del mondo. Dall'interno degli edifici pubblici, delle stazioni e degli aeroporti la gente si è riversata all'esterno, rischiando resse mortali, mentre i responsabili invitavano a non correre e a prestare attenzione.
Il Bangkok Post riporta alcune tragiche testimonianze dall'ospedale di Naypyidaw, anch'esso danneggiato dal sisma, dove è continuo il flusso di feriti. «Sono arrivati molti feriti, non avevo mai visto niente del genere prima - ha detto un medico dell'ospedale all'Afp -. Stiamo cercando di gestire la situazione. Sono esausto». «Temo che siano state perse molte vite. Non abbiamo mai assistito a un terremoto con un impatto così devastante prima», ha detto un dirigente di polizia di Bangkok.
Almeno una ventina di persone sarebbero decedute dopo il ricovero in ospedale, ha dichiarato un medico.
Croce Rossa, in Myanmar molti danni, preoccupano dighe - Edifici e infrastrutture pubbliche sono stati danneggiati e sono crollati a causa del terremoto di magnitudo 7.7 in Myanmar con preoccupazioni per lo stato delle dighe su larga scala: lo ha affermato la Croce Rossa, come riportano i media internazionali.
«Le infrastrutture pubbliche sono state danneggiate, tra cui strade, ponti ed edifici pubblici. Attualmente abbiamo preoccupazioni per le dighe su larga scala», ha detto Marie Manrique, coordinatrice del programma per la Federazione Internazionale della Croce Rossa ai giornalisti a Ginevra, tramite collegamento video da Yangon.
Chiusi gli aeroporti - La giunta al potere in Myanmar ha disposto la chiusura degli aeroporti di Mandalay e Naypyidaw, con il conseguente stop ai voli.
UE pronta ad aiutare - Nel frattempo si muove la solidarietà, a cominciare dalla presidente dell'Unione europea. Ursula von der Leyen ha scritto che i 27 paesi dell'Unione sono pronti a fornire aiuti dopo il forte e mortale terremoto.
«Scene strazianti dal Myanmar e dalla Thailandia dopo il devastante terremoto - scrive von der Leyen su X -. I miei pensieri sono con le vittime e le loro famiglie. I satelliti Copernicus europei stanno già aiutando i primi soccorritori. Siamo pronti a fornire ulteriore supporto. Siamo al vostro fianco in piena solidarietà».
Heartbreaking scenes from Myanmar and Thailand after the devastating earthquake.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 28, 2025
My thoughts are with the victims & their families.
Europe's Copernicus satellites are already helping first responders.
We are ready to provide more support.
We stand with you in full solidarity. https://t.co/J7tX7ZJZrF
Il dolore del Papa - «Profondamente addolorato per la perdita di vite e la diffusa devastazione causata dal terremoto nel sud-est asiatico, in particolare in Myanmar e Thailandia», il Papa offre le sue preghiere per le vittime e «l'assicurazione della sua vicinanza spirituale a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia».
Il Papa «prega anche affinché il personale di emergenza sia sostenuto nella cura dei feriti e degli sfollati». È quanto si legge in un telegramma alle autorità civili ed ecclesiastiche dei due Paesi, inviato, a nome del Papa, dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin.
Il numero delle vittime - Sale a 144 morti e 732 feriti il bilancio delle vittime del terremoto in Myanmar. Lo ha reso noto il capo della giunta Min Aung Hlaing che ha invitato «qualsiasi paese, qualsiasi organizzazione a venire ad aiutare le vittime».