Il ministro della sanità tedesco Spahn: «Non finché tutti non avranno avuto la possibilità di vaccinarsi»
BERLINO - Le prime vaccinazioni contro il Covid-19 sono ormai iniziate in quasi tutti gli stati del Vecchio continente. Regno Unito, Svizzera e Serbia hanno somministrato le prime dosi già prima di Natale. Per i paesi dell'Unione il via è scattato durante il fine settimana (con l'eccezione di Belgio e Lussemburgo, che hanno iniziato oggi, e dei Paesi Bassi, che attenderanno gennaio). Ottimismo a parte, il vaccino ha però acceso anche il dibattito sugli eventuali diritti "speciali" da accordare alle persone vaccinate.
Sulla questione si è espresso il ministro della sanità tedesco, Jens Spahn, che in un'intervista rilasciata ai giornali del gruppo Funke si è schierato contro questa possibilità. «Nessuno dovrebbe chiedere diritti speciali fino a quando tutti non avranno avuto la possibilità di vaccinarsi», ha detto il ministro, aggiungendo che proprio «il rispetto reciproco» sia il collante di una nazione.
«Sono in tanti ad attendere in modo solidale il proprio turno per permettere ai primi di essere vaccinati. E questi, con la stessa solidarietà, devono essere a loro volta pazienti» e attendere che anche gli altri possano ricevere il vaccino, ha detto Spahn. Anche l'esperto di salute Karl Lauterbach, si è detto contrario all'idea di uno statuto speciale. «I privilegi per le persone vaccinate non sarebbero né controllabili né facili da giustificare».
La delicata tematica è emersa durante il fine settimana anche in Svizzera, evocata dagli organizzatori di grande eventi che ipotizzano un eventuale obbligo di essere vaccinati per partecipare a concerti, eventi sportivi e festival. Una misura forse ammissibile da un punto di vista legale, ma destinata in ogni caso a scontrarsi con forti resistenze.