Il documento su cui si fonda la tregua contiene anche una sezione sulla cooperazione nei rapporti con l'Iran
«Gli Stati Uniti si impegnano a collaborare con Israele per evitare che l'Iran destabilizzi la regione, per impedirgli di stabilirsi in Libano, di indebolire direttamente o attraverso i suoi affiliati i principi dell'accordo» di tregua.
È una parte del cosiddetto documento «americano» sottoscritto da Usa e Israele parallelamente all'accordo di tregua in Libano. Il testo, ha rivelato Channel 12, comprende una serie di clausole segrete, tra cui la più drammatica si riferisce alla cooperazione tra Israele-Usa nei rapporti con l'Iran. Questa parte del documento, di 2 pagine e mezza, a Gerusalemme viene definita la «sezione iraniana».
Un altro paragrafo della lettera fa riferimento alla responsabilità americana, nella quale si precisa che, in virtù del suo ruolo di capo del meccanismo di supervisione, «gli Stati Uniti guideranno e dirigeranno le forze armate del Libano per prevenire violazioni e garantire un'efficace risposta ad essi». Uno dei ministri israeliani che ieri ha visto il documento nel gabinetto ha detto che si tratta di un grande risultato: «Abbiamo portato de facto gli Stati Uniti in Libano come principale responsabili», riferisce Channel 12.
Per quanto riguarda la questione della libertà di azione dell'Idf, sul documento è scritto che Israele potrà agire immediatamente nel sud del Libano contro le violazioni dell'accordo. Al di fuori del Libano meridionale, Israele sarà anche in grado di agire contro una minaccia emergente, se il Libano non può o non vuole agire da solo, anche per quanto riguarda l'ingresso di armi e materiali rilevanti. La lettera di garanzia specifica inoltre una richiesta o un avvertimento da parte degli Stati Uniti nei confronti di Israele, che è fondamentalmente una sorta di condizione: «Se Israele decide di agire (qualora la tregua venisse violata) informerà gli Stati Uniti nel momento in cui ciò sarà possibile. Gli Usa si aspettano che tutte le azioni israeliane siano conformi al diritto internazionale e con l'obiettivo di ridurre il maggior danno possibile ai civili o alle infrastrutture civili».