L'Opec+ ha deciso di prorogare i tagli per tutto il mese di luglio
VIENNA - I tagli alla produzione di petrolio dei Paesi aderenti all'Opec+ proseguiranno inalterati a 9,7 milioni di barili al giorno per tutto il mese di luglio.
Il cartello ha prorogato di un mese il contingentamento della produzione deciso ad aprile così da continuare a sostenere le quotazioni dell'oro nero, finito 'sottozero' nelle fasi più drammatiche e incerte della pandemia di coronavirus, a causa del crollo della domanda.
Nell'ambito dell'intesa, che evita una riduzione dei tagli a 7,7 milioni di barili a partire dal prossimo mese, è stato deciso che le nazioni che non hanno rispettato i tetti di produzione, come la Nigeria e l'Iraq, saranno soggette a misure compensative tra luglio e settembre. «Nonostante la situazione finanziaria ed economica che l'Iraq affronta, il Paese conferma la sua adesione all'accordo», ha dichiarato un portavoce del ministro dell'energia iracheno.
Dallo scorso aprile, anche grazie ai tagli dell'Opec+, il prezzo del petrolio è quasi raddoppiato a 42,3 dollari al barile per il brent e a quasi 40 dollari per il wti. Ieri le prime indiscrezioni sull'intesa, accompagnate dagli ottimi dati sull'occupazione americana, hanno spinto il greggio in rialzo di oltre il 5%. I prezzi attuali, secondo Goldman Sachs, incorporano già un prolungamento dei tagli a luglio.
L'intesa rappresenta una vittoria di Arabia Saudita e Russia che, attraverso un paziente lavoro diplomatico, hanno convinto i Paesi più riottosi al rispetto dei loro obblighi. «Solo un mese fa avevamo un disastro per quanto riguarda l'energia. Era a zero, non valeva niente. Abbiamo salvato l'industria in un breve periodo di tempo. E sapete chi ci ha aiutato? La Russia e l'Arabia Saudita», si è congratulato anche il presidente Usa, Donald Trump.
L'Opec+ si riunirà nuovamente nella seconda metà di giugno per riesaminare la situazione del mercato. Il 18 giugno è in programma il Comitato ministeriale congiunto di monitoraggio, che potrebbe raccomandare un prolungamento dei tagli anche ad agosto, nel caso in cui lo ritenesse necessario.
La guerra civile in Libia, costata un milione di barili di produzione al giorno, ha aiutato a ribilanciare domanda e offerta. Ma il cessate il fuoco tra Haftar e al Sarraj potrebbe aprire la porta a una graduale ripresa della produzione.
«A dispetto dei progressi che abbiamo raggiunto fino ad ora non possiamo sederci sugli allori. La sfida che abbiamo davanti è impressionante», ha commentato il presidente dell'Opec e ministro dell'Energia algerino Mohamed Arkab.