Lo afferma la Segreteria di Stato dell'economia (Seco), a causa della crisi generata dal coronavirus
BERNA - Lo avevano già preannunciato diversi esperti, ora lo conferma la Segreteria di stato dell'economia (Seco): l'economia svizzera cadrà quest'anno in recessione.
IL motivo, sotto gli occhi di tutti, deriva dalla crisi del coronavirus. Il prodotto interno lordo elvetico dovrebbe contrarsi dell'1,3% e la disoccupazione invece salirà al 2,8%, ha indicato oggi l'organismo da Berna.
L'ultima stima della Seco, risalente a dicembre, era una crescita del +1,7%. La pandemia, spiegano gli economisti della Seco, avrà un impatto sia sulle esportazioni, attese in calo del 4,9%, sia sui consumi interni, che dovrebbero subire una flessione dello 0,5%. La disoccupazione, che nel 2019 si era attestata al 2,3%, salirà di 0,5 punti (in dicembre era vista al 2,4%).
Se la situazione sul fronte epidemico si stabilizzerà, nella seconda parte del 2020 e durante l'anno prossimo la congiuntura tornerà a pieno regime. A quel punto l'effetto compensazione farà sì che il Pil si espanderà del 3,3% nel 2021: in dicembre la stima era del +1,2%.
I funzionari di Berna hanno sottolineato peraltro che al momento l'incertezza relativa alle stime è insolitamente elevata.
Se le misure di protezione della popolazione dovessero estendesi per un lungo periodo di tempo, gli effetti economici sarebbero gravi. Inoltre, la crisi del Covid-19 aumenta sensibilmente i già esistenti rischi congiunturali, per esempio quelli legati alla solidità delle finanze pubbliche di stati e aziende, alle turbolenze dei mercati finanziari o al rafforzamento del franco.
Nel frattempo, Thomas Jordan, Presidente della direzione della Banca nazionale svizzera (BNS), ha affermato di contare sugli istituti di credito per aiutare le imprese elvetiche ad affrontare la crisi del coronavirus: «devono assumersi le loro responsabilità nei confronti della piazza economica».
Jordan ha detto che le agevolazioni concesse alle banche - aumento della franchigie sugli interessi negativi che devono pagare - devono servire a questo scopo di base, «e non ad aumentare i dividendi». Grazie alle misure annunciate oggi gli oneri legati agli interessi negativi da circa 1 miliardo scenderanno a 400 milioni: «è una riduzione sostanziale e mi aspetto che le banche utilizzino in modo saggio i fondi liberati».