Anche dopo l'allentamento delle misure, l'impatto dipenderà molto dal contesto economico internazionale.
ZURIGO - L'emergenza coronavirus in Svizzera, con chiusura di numerose attività economiche, potrebbe costare a breve termine da 22 a 35 miliardi di franchi sotto forma di mancato valore aggiunto.
La stima è del Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (KOF), che nei suoi calcoli pubblicati oggi considera quattro scenari per i mesi che vanno da marzo a giugno. Quello meno negativo prevede un blocco delle attività per un solo mese e una diminuzione della produzione di ricchezza a livello internazionale del 10%. In tal caso andrebbero persi 22 miliardi, pari al 9% del normale valore aggiunto generato nello stesso lasso di tempo. Nella previsione peggiore invece la chiusura sarebbe di due mesi e l'arretramento internazionale del 17%: per la Svizzera ne scaturirebbero costi pari a 35 miliardi (15% del valore aggiunto).
Nella sua analisi il KOF sottolinea l'importanza del fattore economia mondiale, all'origine del 44-71% degli oneri elvetici. La sospensione delle attività economiche nei 26 cantoni genera - a seconda dello scenario - tra il 19 e il 45% dei costi. Il mancato lavoro dovuto a malattia o misure di quarantena ha una quota dell'8-14%. Quest'ultimo dato potrebbe però salire parecchio (sino al 38%) se l'epidemia dovesse diffondersi in modo ancora più marcato.
«Anche se la strategia attuale verrà attuata con successo, i costi economici per la Svizzera dipenderanno fortemente dal contesto internazionale», riassume il direttore del KOF Jan-Egbert Sturm, citato in un comunicato odierno. «Senza un contenimento mondiale della crisi i problemi economici in Svizzera rimarranno gravi». Tuttavia un allentamento delle misure di blocco sarebbe di grande sollievo per l'economia elvetica, a condizione però che si possa evitare il ritorno a ritmi d'infezione esponenziali. I calcoli suggeriscono inoltre che misure di quarantena efficienti potrebbero evitare inutili perdite di valore aggiunto.
Gli scenari tracciati dagli esperti zurighesi evidenziano anche come a soffrire maggiormente al momento per la malattia Covid-19 siano il settore del commercio, quello dei trasporti, nonché il ramo alberghiero e della ristorazione. Questi comparti devono fare i conti con perdite del 15-25%. Seguono l'industria e i servizi connessi alle imprese. Anche le restrizioni nell'industria delle costruzioni e nei settori dei servizi ai consumatori e dell'amministrazione creano problemi, ma si tratta di realtà molto meno dipendenti dal contesto internazionale.
Il valore aggiunto rappresenta la differenza fra il valore della produzione di beni e servizi e i costi sostenuti per l'acquisto di beni e risorse da altre aziende.