Le prospettive riguardanti congiuntura e Borsa sono favorevoli, meno quelle sull'impiego
ZURIGO - La prospettiva di poter disporre in tempi rapidi di uno o più vaccini anti Covid-19 suscita ottimismo fra gli analisti finanziari: l'indice sulle prospettive economiche calcolato da Credit Suisse e da CFA Society Switzerland sulla base delle loro opinioni è nettamente aumentato. La fiducia nell'andamento della borsa è ai massimi da due anni, mentre in parallelo tre esperti su quattro prevedono un aumento della disoccupazione.
In novembre l'indicatore si è attestato a 30,0 punti, valore contro i 2,3 punti di ottobre, si evince dai dati pubblicati oggi. Concretamente questo significa che sono più numerosi gli specialisti che nei prossimi sei mesi si aspettano un rafforzamento della dinamica economica di quelli che puntano sull'evoluzione opposta.
L'indice era a 8,3 in gennaio e a 7,7 in febbraio. Era poi crollato a -45,8 in marzo, per poi rimbalzare a 12,7 in aprile e salire nei mesi successivi: 31,3 in maggio, 48,7 in giugno, 42,4 in luglio, 45,6 in agosto. In settembre si era ravvisata una nuova tendenza alla contrazione, con 26,2, che è stata poi confermata nel decimo mese dell'anno.
Tornando novembre e scendendo nei dettagli, il 22,0% degli interrogati è convinto che nei prossimi sei mesi non vi saranno cambiamenti nella situazione congiunturale, il 54,0% si aspetta un miglioramento e il 24,0% pronostica un peggioramento (valori che determinano poi l'indice complessivo: 54,0 meno 24,0 = 30,0).
Rispetto a ottobre sono in aumento gli ottimisti (+16,8 punti), mentre si sfoltiscono le file dei pessimisti (-10,9 punti) e di coloro che puntano sullo status quo (-5,9 punti). Più negativo, nel confronto mensile, è invece il giudizio sulla situazione attuale, con un indice a -38,0 punti (-19,4 punti).
Il miglioramento delle stime per il futuro elvetico si accompagna a un'analisi analoga anche per l'Eurozona (+37,0 punti a 30,0 punti), gli Stati Uniti (+37,3 a 28,0 punti) e la Cina (+17,0 a 38,0 punti).
Tornando entro i confini della repubblica dei 26 cantoni diminuiscono gli esperti che si aspettano un aumento dell'inflazione (22%, -1 punti). Un'ampia maggioranza (74%, +6 punti) non prevede però cambiamenti e pochi (4%, -5 punti) scommettono su una progressione.
I tassi sono attesi fermi nel corto termine (94%); pochissimi li pensano in calo (2%) e solo una sparuta minoranza (4%) vede all'orizzonte un aumento. Anche sul lungo termine solo il 28% ipotizza una progressione: rimane assai più consistente la quota di chi non scorge mutamenti (72%), mentre nessuno scommette su una contrazione.
Il 70% degli interrogati prevede inoltre una progressione dell'indice di borsa SMI, mentre il 23% punta su valori stabili e il 6% su una flessione. Valori così elevati di ottimismo non venivano registrati da un paio d'anni.
Riguardo ai cambi, il 46% del campione ritiene che non vi saranno cambiamenti nel corso euro/franco, il 21% si aspetta un indebolimento del franco e il 33% un rafforzamento. Sul fronte della disoccupazione il 71% vede una crescita dei senza lavoro, il 23% una stagnazione e il 6% un calo.
Al sondaggio, effettuato fra il 12 e il 19 novembre, hanno partecipato 50 analisti.