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SVIZZERAÈ guerra aperta all'inflazione, il tasso guida sale ancora a +1%

15.12.22 - 09:44
La decisione questa mattina della BNS che conferma così la tendenza al rialzo (e sopra lo zero), ma basterà?
KEYSTONE/MICHAEL BUHOLZER (MICHAEL BUHOLZER)
Fonte Ats
È guerra aperta all'inflazione, il tasso guida sale ancora a +1%
La decisione questa mattina della BNS che conferma così la tendenza al rialzo (e sopra lo zero), ma basterà?

BERNA - La Banca nazionale svizzera (BNS) inasprisce ulteriormente la sua politica monetaria: l'istituto innalza di 0,50 punti il suo tasso guida, portandolo dal +0,50% al +1,00%.

La decisione è stata intrapresa con l'intenzione «di contrastare l'accresciuta pressione inflazionistica», ha informato stamane la banca al termine del tradizionale esame trimestrale della situazione economica e monetaria. 

Una mossa attesa che è una conferma

La mossa dell'istituto guidato da Thomas Jordan - che giunge all'indomani di un ritocco della medesima portata operato dalla Federal Reserve americana e in attesa che la Banca d'Inghilterra e la Banca centrale europea (BCE) scoprano a loro volta le carte - è in linea con le attese della maggioranza degli analisti.

Dopo aver mantenuto il tasso di riferimento fermo per oltre sette anni la BNS aveva già operato una prima stretta di 0,5 punti (da -0,75% a -0,25%) lo scorso 16 giugno, quando si era mossa a sorpresa prima della BCE.

L'inflazione in calo nel 2023 ma sempre sopra al 2%

Per quanto riguarda le stime relative all'inflazione, la BNS conferma - in parte - le sue previsioni. I Prezzi i prezzi al consumo dovrebbero salire del +2,9% quest'anno, del +2,4% nel 2023 e del +1,8% nel 2024. Per l'anno in corso il rincaro stimato era del 3% ma è stato riveduto al ribasso in seguito all'evoluzione positiva degli ultimi mesi. Le previsioni di cui sopra, va puntualizzato, sono stilate con il tasso base di riferimento all'1%.

L'addio ai tassi negativi e la "colpa" del franco forte

Un secondo rialzo era intervenuto il 22 settembre: è stato quello che ha segnato la fine dell'epoca degli interessi negativi, con il passaggio del tasso guida dal -0,25% al +0,50%. Quello odierno è quindi il terzo intervento verso l'alto nel giro di sei mesi e la conferma di una tendenza al di sopra dello zero, che ha e avrà diverse ripercussioni sulle vite degli svizzeri.

Come noto dal giugno scorso la BNS non considera più troppo elevata la quotazione del franco. La forza della moneta elvetica permette infatti di ergere un vallo contro l'inflazione importata: stando agli ultimi dati (relativi a novembre) il rincaro in Svizzera è infatti al 3,0%, a fronte del 7,1% negli Usa e del 10,0% nell'Eurozona.

Naturalmente il franco forte ha un impatto negativo sulle esportazioni, ma l'industria svizzera sembra essersi abituata, nel corso degli anni, a sostenere il fardello monetario. In tal modo l'euro si è ormai stabilmente orientato a un corso inferiore alla parità: oggi la moneta europea viene scambiata a circa 0,98 franchi. In giugno costava ancora 1,05 franchi.

 

PIL, le stime per il 2023 sono grame

Sempre stando alla Banca, il PIL della Svizzera quest'anno dovrebbe crescere del 2%. Più gramo lo scenario per il 2023, visto il calo della domanda per l'export (a causa del franco forte ma non solo) e gli elevati prezzi per l'energia «freneranno sensibilmente l'attività economica». Per questo motivo ci si aspetta una crescita dello 0,5%. È la prima previsione in assoluto della BNS per il prossimo anno.

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COMMENTI
 

Gus 2 anni fa su tio
Il sistema bancario svizzero è un fallimento assoluto!

Meganoide 2 anni fa su tio
Piangeranno in molti al prossimo rinnovo delle ipoteche, ora speriamo che non scoppi la bolla immobiliare

dan007 2 anni fa su tio
Franco forte
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