Nuova collaborazione per la cantante zughese e il produttore ticinese, che si fa sempre più conoscere all'estero
CLARO - Squadra che vince non si cambia: un vecchio adagio sportivo, che va molto bene anche nel mondo della musica.
Per questo motivo il giovanissimo produttore ticinese Belfa (alias Pietro Belfanti) è tornato a fare squadra con Julia Alexa, cantante di Zugo con la quale lo scorso anno aveva pubblicato "everything i couldn't be". Un brano che aveva ottenuto ottimi riscontri, sia di critica che di pubblico (quasi 630mila gli ascolti su Spotify). Ora Julia e Belfa tornano con "used to", singolo dall'andamento lento, avvolgente e malinconico.
Quali emozioni avete voluto esplorare in "used to"?
«A livello testuale il brano esprime il fatto di essere stanchi di venire “usati” dalle persone per le quali si provano dei sentimenti, che però non sono ricambiati. Queste persone se ne approfittano e tornano da te soltanto quando hanno bisogno di qualcosa, illudendoti. A livello musicale abbiamo scelto un sound molto tranquillo e “triste”, che combacia con ciò che il testo
racconta. Julia ha una voce fantastica, molto “soffice”, leggera, che si adatta perfettamente a questo "mood" e alle emozioni che volevamo trasmettere».
Si nota anche una tua maturazione artistica: sono stati mesi proficui, musicalmente parlando?
«Direi proprio di si. Dopo il successo riscontrato da “everything i couldn’t be” nell’autunno dell’anno scorso, e complice anche il coronavirus, ho passato molto tempo in studio e ho lavorato a
moltissimi progetti. Ho finito circa una quindicina di pezzi nuovi in questi ultimi 4-5 mesi, molti di essi devono ancora uscire. La maturazione artistica sicuramente deriva da un aumento di esperienza: da ogni brano imparo qualcosa e pian piano cerco di definire uno stile sempre piu personale. Secondo me, per un artista è molto importante cercare di migliorarsi in continuazione, imparare cose nuove e utilizzare queste conoscenze acquisire per evolvere».
I numeri parlano chiaro: c'è un'attenzione verso il tuo lavoro che va oltre i confini cantonali e nazionali. Cosa si prova?
«Sicuramente molta soddisfazione. Iniziare a vedere il duro lavoro trasformarsi in risultati penso sia sempre motivante, in qualsiasi ambito, soprattutto quando ottieni tutto per merito
tuo, senza aiuti esterni. Inoltre credo che sia molto difficile emergere artisticamente dalla Svizzera, specialmente dal Ticino. Io ho la fortuna di poter fare musica in inglese, lavorando con artisti internazionali; dunque diciamo che la mia musica è principalmente indirizzata al di fuori dei nostri confini».
Scendi mai a compromessi, componendo e producendo, tra quello che pensi possa piacere al pubblico e ciò che ti soddisfa?
«Sinceramente no, faccio sempre quello che piace a me. Fare musica è comunque una sorta di sfogo e dunque trasformo quello che mi passa per la testa senza pensare troppo al resto. Essendo indipendente, ho una totale libertà artistica, quindi rilascio qualsiasi cosa che mi piaccia senza pensare a numeri o pubblico, perché non sono queste le mie priorità. Inoltre, fino ad ora, ho ottenuto ottimi riscontri facendo sempre quello che mi andava di fare, quindi non vedo il motivo di cambiare rotta».
Sei proiettato su un futuro progetto?
«Si. Io e Julia stiamo finendo un piccolo Ep di quattro canzoni, che uscirà a giugno. Nei mesi successivi farò uscire diversi singoli, la maggior parte di essi saranno collaborazioni internazionali che ho finito in questo ultimo periodo».