Giorgio Ghiringhelli
Molti abitanti e turisti sono esasperati dai rumori a tutti gli orari provocati da chi non rispetta le quote e le rotte di volo - La vigilanza spetta anche ai Municipi
Lo scorso 19 settembre avevo inviato al sig. Antonio De Nigris, capo dell’Ufficio del demanio e dell’aeroporto cantonale, una protesta contro i frequenti abusi commessi nei cieli sopra Losone da parte degli elicotteristi in transito da e per le valli, i quali spesso sorvolano il centro abitato a quote assai inferiori a quella minima di 300 metri fissata per le zone di densa agglomerazione (altrove la quota minima è di 150 metri), provocando così rumori assordanti. Molti di questi piloti non rispettano neppure l’Ordinanza del Municipio di Losone che, per le rotte di valle, vieta il sorvolo del paese e invita a raggiungerle volando lungo il fiume Maggia : in tal modo essi non tengono conto neppure dell’Ordinanza federale sui decolli e gli atterraggi di aeromobili fuori degli aerodromi (OAEs), che, all’articolo 18 (“Precauzioni”) recita “Nel rispetto della sicurezza dell’aviazione , il comandante fissa le traiettorie e le quote di volo in relazione a un atterraggio esterno in modo da non creare inconvenienti eccessivi per le zone residenziali, gli ospedali , le scuole (…)”.
Al signor De Nigris avevo pure chiesto di avviare un’opera di sensibilizzazione presso le varie compagnie di elicotteri, invitandole a rispettare le regole vigenti e a tener maggiormente conto delle esigenze di tranquillità della popolazione e dei turisti. A dimostrazione del fatto che il problema è assai diffuso, la pubblicazione di quella mia protesta su un sito di informazione online aveva poi suscitato diverse reazioni da parte di cittadini di varie località del Sopraceneri che mi avevano contattato per espormi il loro problema e per chiedermi a chi potevano rivolgersi per denunciare gli abusi.
“Il Ghiro ha messo il dito nella piaga”
Per quanto riguarda Losone, il Municipio, da me interpellato, sostiene di essere intervenuto a più riprese sull’argomento negli ultimi anni, e precisa che la polizia comunale effettua regolari controlli sul rispetto delle norme locali e federali. In tal senso è stata introdotta un’apposita procedura di richiesta per i lavori con l’elicottero e, quando possibile, si invita la committenza a valutare soluzioni di trasporto alternative. In una lettera inviata il 13 ottobre al capo del competente ufficio cantonale , il Comune ha ribadito l’esistenza di diverse reclamazioni da parte della popolazione (soprattutto quando le attività di lavoro con l’ausilio di elicotteri vengono svolte negli orari di quiete vigenti nel Comune o quando le quote di sorvolo non vengono ossequiate), e ha appoggiato la richiesta di avviare un’opera di sensibilizzazione a livello cantonale “che potrebbe essere utile alla causa e coadiuverebbe in maniera importante la politica di sensibilizzazione comunale in atto”.
Pure Germano Mattei, ex-deputato in Gran Consiglio del movimento Montagna viva, è intervenuto pubblicando sulla sua pagina Facebook e su Linkedin un pungente commento che, stando all’interessato, “ha suscitato un putiferio”. Ecco cosa ha scritto: “Ghiringhelli ha ragione e credo che sia ora di prendere misure concrete e ben chiare. Oramai è diventata una giungla. Anche qui in Val Maggia ci sono giorni che sono molto disturbati sin dal primo mattino. Questa estate avevo reclamato per un volo continuato sul mezzogiorno di un Kamof che stava esboscando sopra al Piano di Peccia. Chiamato Comune, polizia cantonale, polizia comunale regionale, servizio forestale: solo scaricabarile. Dall’azienda forestale insulti. Sempre questa estate ogni giorno lavorativo, per settimane, poco dopo le sette del mattino arrivava un elicottero che portava in quota i selvicoltori. I lavori vanno fatti, ma vi era molto malumore! Quindi bravo al Ghiro che ha messo il dito nella piaga. Si deve far ordine: lavorare è un conto disturbare è un altro paio di maniche. Al mattino devono essere vietati i voli prima delle ore 9. Drastico, ma misura necessaria. Anche il regolamento dei voli del sabato non sono da tempo più rispettati.”
La vigilanza spetta anche ai Municipi
Nell’intento di smuovere le acque ho inviato a tutti i Municipi del Cantone un messaggio con il quale li esortavo a seguire l’esempio dell’Esecutivo losonese, appoggiando in particolare la richiesta di invitare il CdS a intervenire presso le compagnie degli elicotteri per chiedere il rispetto delle regole e per fare opera di sensibilizzazione a tutela della tranquillità di tutti. V’è da augurarsi che l’appello venga accolto. Ma è pure auspicabile che i Municipi, tramite le rispettive polizie comunali, si attivino per controllare meglio quel che accade nei loro cieli e per denunciare a chi di dovere eventuali abusi. L’’esame di tali infrazioni é di competenza dell’Ufficio federale dell’aviazione civile (UFAC), ma ciò non impedisce alle autorità cantonali e comunali di avere un ruolo più attivo nel vigilare e nel denunciare. Tanto più che, secondo il “Decreto esecutivo del CdS del 17 giugno 1987 concernente i voli a bassa quota e gli atterraggi esterni effettuati con l’elicottero” (art. 23), il compito di vigilanza sull’ossequio delle prescrizioni federali in questione spetta ai Municipi, all’Ufficio dell’aeroporto cantonale, alla polizia cantonale e a quelle comunali.
Orari di volo troppo ampi
Da notare che a partire dal 1. settembre 2014 è entrata in vigore un’Ordinanza federale sui decolli e gli atterraggi di aeromobili fuori degli aerodromi (OAEs) che, rispetto al Decreto ticinese del 1987, ha sciaguratamente ampliato in modo massiccio gli orari in cui è possibile effettuare voli commerciali per il trasporto di persone o a scopo di lavoro: dal lunedì al sabato gli elicotteri possono infatti volare dalle 6 alle 22 (in precedenza dalle 8 alle 12 e dalle 13.30 alle 18 o alle 19 in estate, sabato pomeriggio escluso). Al momento dell’entrata in vigore della nuova Ordinanza il quotidiano La Regione aveva intervistato Rolf Marending (amministratore delegato della Elicitino-Tarmac SA) sulle possibili proteste causate da questa modifica. E lui diede la seguente risposta tranquillizzante: “Credo di interpretare anche l’opinione dei colleghi quando affermo che, in Ticino, proseguiremo come fatto finora. Dal lato operativo, non ha alcun senso modificare gli orari del vecchio decreto. Sarebbe un boomerang. Alzarsi in volo alle 6 di mattina è impensabile anche per ragioni legate alla logistica. Sappiamo di lavorare con macchine che, purtroppo, producono rumore in un ambiente alquanto sensibile. Deve prevalere il buon senso. Ne discuteremo comunque attorno ad un tavolo con il Cantone” (cfr. La Regione del 20.9.2014). Ma tra il dire e il fare…
Diversi Comuni, specie nel Locarnese, hanno posto tramite ordinanza ulteriori limitazioni all’attività di volo degli elicotteri, introducendo orari e giorni più ristretti per il trasporto di materiale con atterraggi esterni sui cantieri situati nelle zone densamente abitate (cioè quelle con un gruppo di almeno dieci case d’abitazione contigue, nonché il terreno circostante sino a 100 metri da esse). La concessione di queste autorizzazioni è infatti di competenza dei Municipi. Ma non si può impedire agli elicotteri – previa autorizzazione dell’UFAC e del proprietario del terreno - di effettuare atterraggi esterni in terreni che distano oltre 100 metri dalle zone densamente abitate, oppure di sorvolare le località nelle fasce orarie più “delicate”. Spetta dunque ai committenti dei lavori – a cominciare dagli enti pubblici… - dimostrare maggior sensibilità evitando di impiegare gli elicotteri negli orari più problematici. Naturalmente questo discorso non vale per i voli di ricerca, salvataggio e polizia e quelli per lo spegnimento di incendi, che non hanno limiti orari.
A chi rivolgersi in caso di abusi?
Ai cittadini esasperati che non sanno a chi rivolgersi per protestare contro i frequenti abusi, consiglio di scrivere ai rispettivi Municipi, di inviare lettere ai giornali e di inoltrare petizioni al CdS, quale autorità di un certo peso che può intervenire a far eseguire controlli e a far opera di sensibilizzazione a livello cantonale. Se poi qualche cittadino volesse inoltrare una specifica denuncia contro singoli abusi (in particolare per infrazioni concernenti le quote minime di volo o il sorvolo di zone densamente popolate con carichi esterni), la via da seguire è quella di inviare una lettera all’Ufficio del demanio e dell’aeroporto cantonale ( indirizzo : Via F.Zorzi 13 – 6501 Bellinzona) o un messaggio email al suo direttore (antonio.denigris@ti.ch), il quale poi provvederà a trasmettere per competenza la denuncia all’UFAC. Onde consentire a questo ufficio di fare le opportune indagini, è necessario indicare le circostanze esatte del sorvolo e l’immatricolazione del velivolo (cinque lettere, di cui le prime due sono HB-…), la quale può essere richiesta all’Ufficio dell’aeroporto cantonale.