L''obiettivo di rendere omaggio a chi prima di noi ha dovuto faticare e soffrire anche solo per avere il necessario di cui vivere
MOGHEGNO - La Fondazione Moghegno 360 lavora sin dalla sua creazione allo scopo di promuovere la valorizzazione del delicato comparto grotti di Moghegno.
Rattrista vedere deperire edifici così particolari e complessi, costruiti nei secoli scorsi allo scopo di conservare nel tempo gli alimenti e quindi di poter sopravvivere in un’epoca in cui niente era scontato.
Con l'obiettivo di rendere omaggio a chi prima di noi ha dovuto faticare e soffrire anche solo per avere il necessario di cui vivere, il gruppo si è attivato per riuscire un giorno a salvare l’intera zona.
La popolazione si è subito mostrata interessata, ma la moltitudine di proprietari e di comunioni ereditarie che posseggono questi edifici dalla volumetria esigua, ha reso il compito più complesso di quanto a prima vista avrebbe potuto sembrare.
La strategia è quindi un po’ mutata nel tempo ampliando gli orizzonti, ma sempre però con l'obiettivo primario di rivitalizzare il comparto grotti.
Di conseguenza è stato sviluppato il Progetto di valorizzazione paesaggistica in territorio di Moghegno, che comprende sì un gruppo di grotti, ma anche altri edifici interessanti e altre testimonianze presenti nel nucleo di Moghegno.
La documentazione è composta da una serie di schede tecniche, ognuna provvista di obiettivo, preventivo e priorità di realizzazione, per un totale di una trentina di oggetti classificati in Beni culturali, Natura e paesaggio, Svago e turismo.
Con il progetto si vuole riunire in un unico percorso molteplici punti di interesse, localizzati grazie ad una valutazione della ricchezza storico-culturale presente sul territorio, disposti lungo un circuito che abbraccia quasi interamente il nucleo e la campagna di Moghegno. Beneficiaria di questo percorso didattico sarà l’intera comunità moghegnese, erede diretta di queste testimonianze, come pure tutta la regione, le scolaresche e non da ultimo i visitatori che apprezzano sempre di più i nostri villaggi.
Alcuni dei citati punti sono già stati oggetto negli anni scorsi di interventi da parte dell’Ente patriziale o comunale con la partecipazione di associazioni ed enti che operano a favore del territorio, o in altri casi da privati. Altri invece necessitano di interventi da parte della Fondazione e per questo motivo, una volta elaborato il progetto, è iniziata una nuova sfida: la ricerca di fondi per concretizzare quanto teorizzato.
La Fondazione Moghegno360, composta attualmente da sei membri di cui un rappresentante del Comune di Maggia, uno del Patriziato di Moghegno e uno della Parrocchia di Moghegno, grazie al sostegno di chi un’esperienza simile l’aveva già affrontata in passato, si è rimboccata le maniche affinando il progetto e presentandolo a possibili enti finanziatori. Tante lettere, incontri e sopralluoghi si sono succeduti e hanno permesso finalmente di raccogliere le promesse di finanziamento destinate alla rivalorizzazione del nucleo di Moghegno e le sue peculiarità paesaggistiche e architettoniche.
I principali contributi sono giunti dalla Fondazione Svizzera per la Tutela del Paesaggio, dal Fondo Svizzero per il paesaggio, dal Comune di Maggia, dalla Piattaforma Paesaggio del Cantone Ticino, dall’Ente regionale di sviluppo Locarnese e Vallemaggia, dall’Associazione per la protezione del patrimonio artistico e architettonico di Valmaggia (APAV); dalle fondazioni Ernst Göhner, Sophie und Karl Binding, Wolfermann-Nägeli e da molti donatori privati.
Per mostrare la buona volontà e la dinamicità della nostra organizzazione una prima tappa realizzativa è già iniziata nel 2019, quando, con i primi fondi raccolti, è stato acquisito da un proprietario privato un primo grotto, la Tinèra dal Liséo.
Un oggetto centrale nel comparto, piccolo e molto particolare, il grotto si compone infatti di una cantina sotto roccia, il cui enorme masso di copertura funge pure da parete perimetrale e portante del piano terreno e del piano primo, edificio che in totale conta tre piani sopra terra e uno sotterraneo.
Il restauro è stato di tipo conservativo, mantenendo l’edificio così com’era; attualmente sono in corso le misurazioni dei più importanti parametri climatici della cantina, che consentiranno di adeguare la stessa alla conservazione di derrate alimentari quali salumi o formaggi, così da allestire uno spazio di conservazione cibi a disposizione di tutti gli interessati.
La Fondazione Moghegno360 ha pure voluto collaborare con il progetto “Le Chiavi della Cultura”, lanciato dall’associazione a-pro, che ha quale obiettivo la promozione su tutto il territorio cantonale della possibilità di accedere agli edifici storici di pregio grazie semplicemente a un’applicazione e ad uno smartphone.
Durante la primavera 2024 questo primo importante restauro sarà aperto al pubblico, dando, si spera, ancora maggiore slancio al progetto.
Nel frattempo la Fondazione Moghegno360 si sta muovendo su altri fronti, con la realizzazione di altre schede di progetto, in particolare è in corso il restauro di un imponente muro a secco lungo una “caraa” e a breve procederemo con un intervento su due gra e in previsione vi sono anche la vecchia centrale elettrica Moghegno e due cappelle votive.
Muri a secco di cui la frazione di Moghegno è particolarmente ricca, il più importante dei quali è sicuramente quello che delimita la Carraia Ronco Mariaccia, parte dell’antica via di transito sulla sponda destra, che collegava le Terre di Pedemonte con la parte alta della Valle.
La Carraia citata è stata ripristinata dal locale Patriziato una quindicina di anni fa; ora anche la Caraa du Ciapon, situata dalla parte opposta della frazione e passaggio carrabile verso Lodano, necessita di un intervento di ripristino.
Alcuni metri sono già stati restaurati in occasione di due corsi organizzati in collaborazione con l’Associazione muri a secco della Svizzera Italiana, corsi volti a trasmettere la tecnica di costruzione dei muri a secco. A breve, grazie al lavoro di una ditta specializzata, si interverrà per sistemare il resto del muro, lungo una sessantina di metri.
Lungo la via sono anche presenti due cappelle votive, che anch’esse saranno interessate da lavori di restauro, essendo le stesse in condizioni precarie.
Si tratta delle Capèla dal Pradagl, situata davanti al notevole lavatoio e della Capèla di Gra, che ha la particolarità di essere bi frontale.
Le due gra citate in precedenza, si affiancheranno a quella ripristinata nel 2020, a seguito di un incendio, strutture che grazie alla collaborazione con il Centro Natura Vallemaggia, ogni anno tornano in attività con il carico e lo scarico della gra, una giornata di animazione per le scolaresche del Cantone e che completano il percorso didattico dedicato alla castagna.
Come anticipato un altro punto di interesse che vedrà la Fondazione Moghegno360 impegnata nei prossimi mesi è il ripristino conservativo della vecchia centrale elettrica. Oggi abbastanza malconcia, che è stata un tempo il fiore all’occhiello della frazione e segno di lungimiranza degli avi moghegnesi: nel 1914 è stata la prima centrale elettrica valmaggese a entrare in funzione, rischiarando il nucleo di Moghegno nelle buie notti invernali.
L’acqua turbinata proveniva da una grossa sorgente grazie a una condotta in ghisa, in buona parte ancora oggi visibile.
La collaborazione con la SES, oggi proprietaria dell’edificio, porterà dall’allestimento di uno spazio espositivo dedicato ai primi sviluppi di questa tecnologia a Moghegno e ai successivi notevoli passi in avanti fatti nella produzione di energia elettrica.
Tanto resta da fare, ma la Fondazione Moghegno360 è fiduciosa, perché le basi sono state gettate e con pazienza e determinazione procederà verso la concretizzazione di un ideale.