Mauro Lustrinelli si gode la sua scintillante selezione: «Successi in partite che in passato non avremmo mai vinto».
«Mi auguro i miei possano far parte della Nazionale del futuro».
BERNA - Qualificatasi agevolmente alla fase finale dell’Europeo di categoria, la Svizzera U21 è stata una bella sorpresa. E non è stato tanto il biglietto staccato per la competizione a far scattare gli applausi, quanto piuttosto il modo in cui la selezione guidata da Mauro Lustrinelli si è battuta, ha vinto. E ha vinto tanto: nove delle dieci partite disputate. E dire che i risultati degli anni passati erano tutt’altro che positivi, che la speranza era tutt’altro che grande…
«Rispetto al recente passato sono cambiate tante cose - ha sottolineato proprio Lustrinelli - la prima, la più importante, riguarda il mio ruolo. Ora sono al 100%, non è sempre stato così. E se il selezionatore può dedicarsi completamente al progetto, la differenza si sente. Io ho avuto la possibilità di curare i rapporti con i giocatori. Così è stato più semplice dare un’identità precisa al gruppo».
Che è sembrato coeso.
«Sapevamo che aveva fame; quando i ragazzi si sono identificati in esso - tutti, non solo i titolari - è poi arrivata la svolta. Stiamo comunque parlando di giovani dalle grandi qualità, anche se incapaci, a livello U17 e U19, di ottenere i risultati meritati. Abbiamo lavorato per permettere loro di cambiare mentalità. Se vuoi essere competitivo un “salto” è obbligatorio».
E la crescita c’è stata?
«Certo. Ed è stata netta. La prova sono i successi in trasferta arrivati contro avversarie non di primissima fascia ma contro le quali in altri momenti non avemmo mai fatto i tre punti».
L’ultima affrontata, la Francia, ha interrotto la serie positiva.
«Ce la possiamo giocare con qualsiasi rivale. Però per pensare di sfidare una grande alla pari dobbiamo crescere ulteriormente. I francesi hanno infatti mostrato una malizia, un’esperienza, un’intensità che noi ancora non abbiamo. Questo è però uno stimolo a lavorare di più».
L’Europeo è un traguardo o un punto di partenza?
«Raggiungerlo come abbiamo fatto noi è stata una grande soddisfazione. Adesso però non ci accontentiamo. Sarà durissima ma di certo, una volta in campo, ci “proveremo”. Cominciamo a vedere cosa dirà il sorteggio…».
Questa U21 è la Nazionale maggiore del futuro?
«È sempre difficile prevedere quanto potrà crescere un giovane, quale livello potrà raggiungere; certo però me lo auguro. Già cinque dei miei hanno assaggiato la selezione maggiore. Poi dipenderà dai singoli. E anche un po’ dal momento. Ora mi pare che la Nazionale a centrocampo sia messa bene. Ciò significa che per arrivare, i miei centrocampisti dovranno pazientare o crescere ulteriormente. Magari in altre zone del campo un’eventuale promozione sarà meno complicata».