Il 23enne Simon Sohm è tornato in Nazionale dopo quattro anni d'attesa. Merito delle sue buone prestazione con la maglia del Parma
«In Italia in questi anni sono cresciuto molto. Ora sono qui per imparare da giocatori come Xhaka».
ZURIGO - Un dolce ritorno, dopo una lunga attesa. È quello di Simon Sohm, rientrato nei ranghi della Nazionale rossocrociata dopo 4 anni. Era il 7 ottobre del 2020 quando l’allora 19enne debuttava nel match del Kybunpark perso 2-1 contro la Croazia. Di tempo ne è passato e al timone c’era ancora Vlado Petkovic. Ora, grazie alle sue prestazioni in Serie A con la maglia del neopromosso Parma di Pecchia - del quale è un titolare inamovibile - il centrocampista ex Zurigo si è guadagnato una nuova chance e cercherà di trovare spazio in un reparto dove la concorrenza di certo non manca.
«Sono qui per mettermi in luce e imparare da giocatori forti come Granit Xhaka, capitano la cui leadership mi ispira - spiega Sohm, a segno nel match del 30 ottobre pareggiato 2-2 contro la Juventus - Col Parma ho appena prolungato per altri due anni e qui sono cresciuto molto, ho lavorato per meritarmi quello che sto ottenendo e ho molta fiducia in me stesso. È una città tranquilla in cui i tifosi ti lasciano “in pace”. Il cibo è ottimo ma da professionista riesco a resistere alle tante tentazioni».
Il Parma, ripartito dalle macerie dopo un fallimento, è un club con un passato glorioso che nella sua bacheca vanta anche 2 Coppe UEFA e una Coppa delle Coppe. «I trofei sono presenti allo stadio e sappiamo bene quanto sia importante il passato della società. La Serie A poi è un campionato stupendo. Noi vogliamo fare il meglio possibile. Non vedo l’ora di andare a San Siro a sfidare Milan e Inter. Nel calcio non si sa mai, ma qui (gioca con gli emiliani dal 2020, ndr) ora sono davvero felice».
Il presente ci porta però alle ultime due sfide di Nations League contro la Serbia (venerdì al Letzigrund) e la Spagna, lunedì a Tenerife. Sohm potrebbe tornare in campo dopo il primo assaggio nel 2020, quando entrò al 64’ al posto di Sow. «Se chiamato in causa cercherò di fare del mio meglio a prescindere dalla posizione in campo. Anche in Italia vario un po’ il mio ruolo (mediano/trequartista in un 4-2-3-1, ndr). Non dobbiamo metterci pressione e non c’è particolare tensione per queste partite, ma sappiamo che sono due sfide importanti e ci si gioca la permanenza in League A».
Ultime battute proprio sul suo ritorno in Nazionale, col nuovo staff guidato da Murat Yakin. «Tutto è diventato un po’ più professionale, con lo staff, con la nutrizione. Come giocatori ci sono alcuni volti nuovi».