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«Potevo vincere il Pallone d'Oro, ho pagato a caro prezzo il mio errore»

L’ex attaccante Adrian Mutu, ai tempi del Chelsea, risultò positivo alla cocaina e ne pagò le conseguenze. Oggi è tornato su quella vicenda
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«Potevo vincere il Pallone d'Oro, ho pagato a caro prezzo il mio errore»
L’ex attaccante Adrian Mutu, ai tempi del Chelsea, risultò positivo alla cocaina e ne pagò le conseguenze. Oggi è tornato su quella vicenda
«Non ero abituato a quel tipo di vita. Ero giovane e solo, ma né la depressione né altro possono giustificare le mie azioni».
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PLOIESTI - Adrian Mutu, ex attaccante con un importante trascorso in Serie A e attuale allenatore del Petrolul Ploiesti in Romania, è tornato sul periodo più difficile della sua carriera, vissuto ai tempi del Chelsea. Blues di Roman Abramovic che lo avevano acquistato nell’estate del 2003 dal Parma, dove ha lasciato grandi ricordi con una stagione da 18 gol in 31 partite e tante gioie al fianco di un altro campione come Adriano. Una coppia d’oro che aveva portato i ducali fino al quinto posto in classifica.

Dopo una stagione coi londinesi condita da alcuni alti e bassi, nel settembre del 2004 Mutu risultò positivo alla cocaina, con successiva squalifica di 7 mesi, multa e licenziamento da parte del club, che chiese anche un risarcimento record. «Assumere cocaina durante l'avventura col Chelsea è stata la decisione peggiore che potessi prendere nella mia vita - ha raccontato al “Telegraph” l'ex attaccante rumeno - All’epoca ero depresso e triste, ma né la depressione né altro possono giustificare le mie azioni. Il club non era tollerante in maniera di droga e approvo al 100% la loro scelta. Ero arrivato al Chelsea in un periodo turbolento a livello personale, e mi sono ritrovato invischiato in troppe situazioni difficili. Ero giovane e solo, ho commesso un errore che ho pagato».

Insomma una lezione costata parecchio. «Non ero abituato a quel tipo di vita. Per più di una stagione sono stato tra i migliori al mondo, credo che avrei potuto vincere anche il Pallone d’Oro. Ma delle scelte negative me l'hanno impedito. Per questo però cerco di non rimproverarmi troppo».

Dopo la fine burrascosa del rapporto coi Blues tornò in Italia alla Juventus, prima di un quinquennio fortunato alla Fiorentina dove ritrovò anche Cesare Prandelli, che lo aveva già allenato al Parma.

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