«Italia limitata e Spalletti usa la strategia»
Arno Rossini: «Il gol di Zaccagni ha di sicuro dato una bella spinta agli azzurri».
LIPSIA - Un gol e cambia tutto. Soprattutto se questo è tanto bello quanto pesante.
Quello siglato da Mattia Zaccagni negli ultimi secondi del match contro la Croazia, ha fatto “svoltare” l’Europeo degli italiani. Delusissimi prima - soprattutto dopo la scoppola patita contro la Spagna - sognatori poi. Ma un gol è anche un caso: nasconde ma non cancella le difficoltà.
«Non si può dire che contro la Croazia l’Italia abbia firmato una grande prestazione - è intervenuto Arno Rossini - però, almeno questo, ha mostrato carattere e voglia. E mi sembra già un bel passo avanti rispetto a quanto fatto contro gli iberici. Le difficoltà, in ogni caso, rimangono».
“Vincere è l’unica cosa che conta”, è il famoso motto di un club della vicina Penisola.
«In un torneo tanto breve, immediato, ha senso. Ma le vittorie non sono quasi mai figlie del caso. Al risultato ci si arriva battendosi in campo. La sfida contro gli scaccati, per esempio, gli azzurri hanno meritato di pareggiarla. Hanno avuto due-tre buone occasioni, una l’hanno concretizzata. E lo stesso hanno fatto Modric e soci. Il caso è che il gol decisivo sia arrivato alla fine».
La prestazione non è stata ottimale, è una buona notizia per la Svizzera?
«Dipende. Mi spiego. Nei tre match fin qui disputati all’Europeo, i rossocrociati sono stati migliori. Anche nei singoli, è inutile negarlo, tranne qualche eccezione l’undici elvetico è superiore a quello italiano. Dopo gli alti e bassi delle prime due uscite, contro la Croazia Donnarumma e compagni hanno tuttavia dimostrato di aver capito come giocare. Come rendere al massimo secondo le loro caratteristiche. E questo non è certo un bene per Xhaka e soci. Diciamo che, guardando all’ottavo di finale, la truppa di Murat Yakin è più forte a livello tecnico e tattico ma probabilmente parte dietro sul piano caratteriale. Il gol di Zaccagni ha di sicuro dato una bella spinta agli azzurri».
Azzurri che stanno navigando in acque agitate, mentre in casa-Svizzera regnano entusiasmo e serenità.
«Credo che le polemiche e i mugugni italiani siano creati ad arte da Spalletti. Il selezionatore è scaltro ed esperto: è scontroso e velenoso dentro lo spogliatoio come davanti ai microfoni dei giornalisti per scelta, per tattica. Ha capito che tecnicamente il suo gruppo è questo, è limitato, e allora per “spingerlo” oltre il limite lo pungola in ogni modo possibile. Alla Mourinho, insomma».
A proposito di polemiche: Zlatko Dalic, selezionatore della Croazia, si è parecchio lamentato per il lungo recupero concesso dall’arbitro Makkelie. “Siamo una piccola Federazione”, e via con le teorie del complotto, rimbalzate rumorosamente in rete.
«Sei qualificato e in un attimo, alla fine, ti ritrovi fuori: immagino che tu possa essere seccato. Sono però certo che, a freddo, l’allenatore croato non parlerebbe ancora di complotto. Chi cavalca l’onda invece… non lo capisco. Lasciamo perdere: sono polemiche inutili, senza senso».