Da una parte la delusione per un Europeo finito troppo presto, dall'altra la riconoscenza verso un gruppo che ha raggiunto grandi traguardi
Niko Datkovic, ex Lugano: «Modric resta un eroe. C'è stata anche un po’ di sfortuna, ma i gol oltre il 90’ sono arrivati per nostri demeriti. Sono tanti i fattori dietro a questo brusco scivolone».
LIPSIA - In casa Croazia è il momento delle riflessioni, inevitabili dopo le docce gelate di Euro 2024, finito con soli 2 punti e una prematura eliminazione. Giunta alle spalle di Spagna e Italia, la squadra di Dalic ha visto spegnersi anche le ultimissime speranze dopo i match del gruppo C, venendo tagliata fuori anche dalle 4 migliori terze. Un flop pesante e rumoroso per una selezione che, negli ultimi grandi tornei, aveva sempre brillato arrivando lontanissimo.
«Per il calcio croato sono giorni tristi, ma dopo tutte le emozioni e i traguardi raggiunti da questa generazione di campioni gli si può perdonare tutto - interviene l’ex Lugano Niko Datkovic, roccioso difensore con un passato nella U21 croata al fianco di elementi come Brozovic e Kovacic - Negli ultimi due Mondiali ci hanno fatto sognare con un secondo e un terzo posto. Ora doveva andare così, mi “consolo” in parte col fatto che ad avanzare sia stata l’Italia, paese al quale calcisticamente sono molto legato».
Al netto delle lacune della selezione di Zlatko Dalic - con tanti big a fine corsa, a partire da Modric - resta l’amaro in bocca per come l’eliminazione è maturata. Brutto ko con la spumeggiante Spagna (3-0) e due pareggi in pieno recupero. 2-2 incassato al 95’ con l’Albania, mentre l’1-1 di Zaccagni è arrivato addirittura al 98’...
«Questo è il calcio. Nel complesso c’è stata anche parecchia sfortuna, ma ad essere sincero in passato la “Dea bendata” ci aveva dato una mano. Ripenso ad alcuni episodi nei precedenti tornei. La partita con l’Italia è stata intensa ed equilibrata, con tanto agonismo sui due fronti. Si respirava già un’aria da dentro o fuori. Peccato che sia capitata nel girone, probabilmente il più duro di tutto l'Europeo».
Per la Croazia c’è stato un problema di fondo: troppe reti subite.
«Sì, e questo non penso sia dovuto alla sfortuna. Mi riferisco ai due gol incassati oltre al 90’ per nostri demeriti. Contro la Spagna è stata durissima ma ci può anche stare: li vedo come i grandi favoriti. Contro Albania invece non siamo stati all’altezza. La difesa, con diversi nuovi interpreti, si è rivelata vulnerabile e insufficiente a livello di automatismi. Nel recente passato era difficile segnare alla Croazia. Ora è diventato troppo semplice. Poi le partite si complicano e il gioco si snatura. In mezzo al campo ci sono dei grandi palleggiatori come Modric - idolo ed eroe assoluto -, Brozovic e Kovacic. Però questo gioco perde efficienza quando si va in svantaggio. Se vai sotto poi devi attaccare e velocizzare la manovra anche in verticale, ma davanti manca un bomber. Mancano anche degli esterni rapidi. Insomma sono diversi i fattori dietro a questa eliminazione».
Partite che Datkovic, 31 anni, ha seguito da casa godendosi un po’ di relax, in attesa di una nuova sfida.
«Nelle ultime due stagioni ho giocato con i ciprioti del Nea Salamina Famagusta, mentre ora sto cercando una nuova squadra. In Croazia? Non ancora. Un giorno tornerò, ma è ancora presto. Anche la Svizzera è rimasta nella mia mente e ho un bellissimo ricordo, ma credo che in Super League cerchino soprattutto giocatori più giovani, per poi valorizzarli e fare mercato».