Successi in serie e scelte condizionate dal budget, ma l’obiettivo è ambizioso
Dominante nel Lamborghini Super Trofeo Europa, il pilota punta in alto.
ZANDVOORT - Due vittorie al Paul Ricard a fine maggio, un terzo e un primo posto a Zandvoort lo scorso weekend, il tutto condito dal primato in classifica generale nella categoria Pro del Lamborghini Super Trofeo Europa: se non è perfetta, la stagione di Kevin Gilardoni (con Leonardo Pulcini) ci va molto vicino.
Di gioie e successi, in ogni caso, il pilota italo-svizzero se ne intende: giovane ma allo stesso tempo esperto, in quasi 15 anni di carriera ha infatti saputo lasciare il segno (quasi) in ogni tipo di competizione. In qualsiasi tipo di abitacolo. Prima di dominare in GT, con le monomarca, Gilardoni ha corso con le monoposto, nella NASCAR e pure nei rally…
Per una vita sempre in viaggio insomma. Tra una categoria e l’altra come anche tra un’avventura e l’altra.
«Le monoposto con ottimi risultati per cominciare - ha sottolineato proprio Gilardoni - poi la grande esperienza in NASCAR con Max Papis…».
Poi il rally. Ci sfugge il filo conduttore.
«Oh beh è facile: il budget. Fin da giovanissimo sono stato supportato a livello economico dalla mia famiglia, da mio padre. Dopo aver vinto la Formula Renault 2.0 Alps nel 2012 non avevo però semplicemente i soldi per andare a correre dove avrei voluto. Ho avuto l’occasione degli Stati Uniti, con un budget importante, e l’ho quindi colta al volo. Nel frattempo, quasi per gioco, ho aperto la KR Publisport e anche grazie a essa ho avuto la possibilità di tornare a casa. Ho trovato infatti tanto sostegno e grazie a quello mi sono potuto nuovamente mettere in gioco in Europa».
Nel rally però…
«Il discorso è molto semplice. Mi sono chiesto: “Come faccio a trovare uno sponsor per poche gare?”. E poi ancora: “Quale azienda di Lugano potrebbe avere interessi in Olanda, se io corro su un circuito di quel Paese?”. Il passaggio al mondo del rally - con i successi in quello del Ticino e di Como - è stato così naturale. In quel modo, con gare molto “territoriali”, sì che è stato possibile ricevere un sostegno economico».
Ma il primo amore è comunque la pista?
«Il rally rimane. Anche quest’anno mi cimenterò con la Skoda Fabia R5 e con mia moglie Chiara come navigatore. Ma l’obiettivo è fare il professionista in GT3».
Senza cioè l’aiuto della KR Publisport?
«Che ormai è costituisce un networking con oltre 80 realtà ticinesi, che devo ringraziare di cuore perché mi hanno fin qui permesso di correre. Sì, l’idea, la speranza, è quella di poter vivere di corse, senza contare sulla mia azienda».
Ed è possibile?
«Giustifica più che altro la mia scelta di provare con il Lamborghini Super Trofeo Europa. Avrei potuto gareggiare in GT3, che è un campionato più prestigioso, ma non avrei avuto la certezza di farlo con una macchina e un equipaggio competitivo. Non ne sarebbe quindi valsa la pena. Nel monomonarca invece, che ha lo stesso organizzatore e occupa gli stessi weekend, tutti partono - ovviamente - con la medesima auto e quindi a far la differenza è davvero il pilota. Chi vince ha davvero la possibilità di mettersi in mostra».
Da qui la volontà di primeggiare.
«Vincere il campionato e le finali di Misano è il traguardo che io e l’Oregon Team ci siamo posti. Sarebbe insieme un punto di arrivo e di partenza. Da lì potrebbero aprirsi nuove possibilità. L’obiettivo? La GT3, rappresentando Lamborghini, con una macchina e un equipaggio competitivi. L’obiettivo? Il professionismo».