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MISANO ADRIATICOPaolo Simoncelli ricorda Marco: «Era “solo” un ragazzino fantastico»

21.10.21 - 07:00
Paolo Simoncelli: «Essere investiti può succedere, quest’anno sono mancati altri tre ragazzi»
Imago
Paolo Simoncelli ricorda Marco: «Era “solo” un ragazzino fantastico»
Paolo Simoncelli: «Essere investiti può succedere, quest’anno sono mancati altri tre ragazzi»
«Marco Simoncelli è morto a 47 km/h sulla pista più sicura del mondo»
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MISANO ADRIATICO - Già dieci anni. Quella che sarebbe dovuta essere una gara normale, il 23 ottobre 2011 è invece stato un evento traumatico. Quel giorno è morto Marco Simoncelli.

Giovane, spensierato ma già campione, il pilota romagnolo ha affrontato quel GP della Malesia con quell’aggressiva leggerezza che ha contraddistinto la sua carriera. Il coraggio, sempre mostrato, lo ha spinto a tentare il tutto per tutto quando già la sua moto era quasi a terra, durante il secondo giro. Lo ha tenuto in mezzo alla pista. Lo ha reso “inevitabile” per Colin Edwards e Valentino Rossi. In quel momento il tempo si è fermato per moltissimi. Soprattutto per papà Paolo, come sempre al suo fianco sul circuito, e mamma Rossella, avvolti dal lungo e grande abbraccio riservato loro da sportivi e tifosi e anche grazie a questo riusciti ad affrontare giorno dopo giorno il loro futuro senza Marco.

Senza rimpianti

«La morte di un figlio non si supera - ci ha raccontato proprio un commosso Paolo Simoncelli - puoi solo imparare a viverla serenamente, se non hai rimpianti, e noi non ne abbiamo. Marco era felice».

Il traumatico addio ha però lasciato il segno. Papà Paolo ha infatti più volte ammesso di essere arrabbiato con Dio. «Dovrebbe stare un po’ più attento. Rossella, mia moglie, dice sempre che se Marco fosse stato un muratore quel giorno sarebbe caduto da un’impalcatura. Insomma, non è una cosa giusta. I figli non devono mai morire prima dei genitori, è contro natura».

Celebrazioni e felicità

A Misano, nel weekend, ci saranno gara e celebrazioni per il Sic. Per la famiglia di Simoncelli questi sono giorni intensi ed emotivamente complicati. «I minuti di silenzio sono qualcosa di angoscioso, non si possono sopportare, li eliminerei», ha ripetuto in varie occasioni Paolo, che ha sempre lottato per ricordare e far ricordare Marco come un giovane impegnato a divertirsi. E in tanto divertimento non c’è spazio per il rammarico. Per un “se avessi fatto così”, un “se mi avesse ascoltato”, un “se avessimo deciso in questa maniera”. «No. Marco era felice, e per noi è quello che conta».

Pur lottando in un mondo ipercompetitivo, felicità e spensieratezza era anche quello che riusciva a trasmettere il Sic. Lo si ricorda sempre con il sorriso sulle labbra. «A noi piace ricordare le sue cazzate, sorridiamo per quelle... Sono poche le volte in cui ci ha fatto arrabbiare davvero».

Un sogno realizzato

Giornali, video, foto, interviste: sono passati anni e Marco continua a catalizzare l’attenzione di molti. In fondo era “solo” - senza volerlo sminuire in alcun modo - un giovane pilota di moto… «Era “solo” un ragazzino fantastico, che credeva in quello che faceva... Con quei suoi riccioli, amava il suo lavoro e le persone. Era un ragazzo comune che inseguiva il suo sogno di diventare campione del mondo, come aveva scritto nel suo diario. L’ha realizzato».

Pericoli inevitabili

C’è qualcosa, in pista, nei media o altrove che, suo malgrado, l’incidente di Marco ha contribuito a migliorare? «Marco è morto a 47 km/h nella pista più sicura del mondo, credo abbia inciso molto il destino. Sicuramente sono migliorate l’assistenza medica e anche DORNA ha lavorato molto nell’aspetto della sicurezza in pista. C’è la Safety Car che segue il gruppone di piloti durante il primo giro e l’assistenza medica qualificata è presente in ogni curva del circuito. Ma abbiamo visto anche quest’anno, nel quale sono mancati altri tre ragazzi, che essere investiti dagli altri piloti può succedere, purtroppo è una cosa che ancora non si può evitare».

*****

I punti in palio saranno pesanti; nel weekend del GP dell’Emilia Romagna l’aspetto sportivo passerà però, per una volta, in secondo piano. Tre e tutti sentitissimi, i momenti clou a Misano riguarderanno infatti dei “saluti”. Il sabato saranno ricordati prima Marco Simoncelli e poi Fausto Gresini. Dopo le Qualifiche di MotoGP si terrà una cerimonia presso la curva Quercia, dove verrà piantato un albero per ricordare lo sfortunato pilota morto esattamente dieci anni prima. In occasione delle qualifiche della Moto2, invece, Luca Gresini salirà in sella a una storica Garelli 125 e farà un giro di pista per omaggiare il padre, deceduto il 23 febbraio scorso per complicazioni dovute al coronavirus. Domenica, infine, ci sarà il definitivo commiato “romagnolo” per Valentino Rossi, all’ultima recita sulla pista di casa. 

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COMMENTI
 

RobediK71 3 anni fa su tio
Si ma se i figli ogni weekend sfrecciano a 200 all’ora, bisognerebbe esser preoccupati prima non dopo

Genchi 67 3 anni fa su tio
Risposta a RobediK71
Sei un genio,prima di scrivere certi commenti pensa genio.Poi leggi bene l’intervista magari capirai qualche cosa ma dubito fortemente
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