Annullata la maratona di sci engadinese, avrebbe attratto 17'000 persone. Il quinto caso in Argovia, il sesto a Zurigo
COIRA - Sono due bambini di una famiglia italiana che si trovava in vacanza in Engadina i due casi confermati di coronavirus nei Grigioni. Altre quattro persone del loro entourage sono state poste in quarantena. È quanto hanno fatto sapere poco fa le autorità retiche, in un incontro con la stampa. «Altri dieci casi sospetti sono risultati negativi, ma ne abbiamo altri venti di cui non conosciamo ancora il risultato» ha detto Peter Peyer, direttore del Dipartimento della sanità grigionese.
A causa dell’arrivo del coronavirus nei Grigioni, tutte le manifestazioni pubbliche di carattere sovraregionale sono vietate fino al prossimo 8 marzo in Mesolcina, Bernina, Valle Monastero. Tra queste c’è anche la maratona di sci engadinese, che era in programma nella settimana dal 1. all’8 marzo prossimi. «Avremmo avuto 17’000 partecipanti che sarebbero stati in stretto contatto tra loro» ha detto Christian Gartmann, responsabile dell'evento. È verosimile che l'annullamento della manifestazione sportiva avrà importanti ripercussioni sul settore turistico della regione.
Nell'incontro coi media, le autorità retiche hanno anche sottolineato che al momento le scuole resteranno aperte. Ma così come avviene in Ticino, fino al prossimo 8 marzo non si potranno effettuare gite scolastiche con destinazioni all'estero.
C'è un quinto caso - La Svizzera ha il quinto caso di coronavirus. A comunicarlo è l'Ufficio federale della sanità pubblica. Si tratta di una persona del canton Argovia, che circa una settimana fa aveva soggiornato in Italia settentrionale e ora è ricoverata e tenuta in isolamento in un ospedale argoviese. «Il suo stato di salute è buono». Secondo le prime informazioni si tratterebbe di un 26enne che era stato a Verona. Le persone a stretto contatto con l'uomo sono state informate e messe in quarantena.
Il sesto caso a Zurigo, è una donna - Subito dopo quello di Argovia, è arrivato il sesto caso confermato di coronavirus in Svizzera. Si tratta di una 30enne del canton Zurigo che si trovava a Milano una settimana fa. Lo ha indicato il Dipartimento della sanità zurighese in una nota. Il test positivo è stato effettuato a Zurigo da uno dei dieci laboratori adibiti a questo scopo sul territorio elvetico da ieri. Tuttavia non è ancora arrivata la conferma da parte del Centro nazionale di riferimento per le infezioni virali emergenti (CRIVE) di Ginevra, precisa il comunicato. Attualmente la donna è posta in isolamento all'ospedale Triemli di Zurigo. In quarantena anche le persone che hanno avuto contatti con lei, mentre si è alla ricerca di altri possibili contatti avuti dalla 30enne.
La situazione elvetica - Attualmente in Svizzera i casi accertati sono sei: oltre ai due nei Grigioni, se ne contano uno in Ticino, uno a Ginevra, uno in Argovia e uno a Zurigo.
Le autorità federali hanno sottolineato che «per ora nel nostro paese non si registrano trasmissioni della malattia da una persona all'altra». Per tutti i casi si tratta infatti di persone che nei giorni precedenti si trovavano in Italia. Ma Daniel Koch, capo della Divisione malattie trasmissibili, ha comunque messo in guardia: «Ci dobbiamo aspettare che i casi aumentino». A livello mondiale, come pure nei paesi confinanti con la Svizzera, il virus è infatti sempre più diffuso.
Nel frattempo alla frontiera ticinese è partita - con la distribuzione di volantini e la presenza di manifesti - una campagna sulle norme igieniche da adottare nella situazione attuale. E domani inizierà un'azione informativa a livello nazionale.