Si chiamerà DP-3T e dovrebbe sbarcare sui nostri smartphone il prossimo 11 maggio.
Si tratta di un progetto internazionale al quale partecipano anche i politecnici di Losanna e Zurigo. L'UFSP ha dato oggi la sua benedizione.
ZURIGO - L'app DP-3T, che dovrebbe aiutare a ricostruire le catene di contagi di coronavirus, dovrebbe essere pronta per l'11 maggio. Lo hanno comunicato i politecnici di Losanna (EPFL) e Zurigo (ETH), che hanno ricevuto anche il benestare dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).
Il nome DP-3T sta per Decentralized Privacy-Preserving Proximity. Si tratta di un progetto internazionale al quale partecipano anche i due politecnici. La scorsa settimana sono state rese disponibili versioni test, utilizzate ad esempio dall'esercito. Lo sviluppo è ancora in corso.
Lo strumento, una cosiddetta Contact-Tracing-App, avvertirà le persone che sono entrate in contatto con qualcuno d'infetto. In questo modo sarebbe di conseguenza possibile provvedere a un'auto isolamento o effettuare un test. L'app permetterà quindi di contenere l'epidemia finché non sarà disponibile una cura.
DP-3T si basa sulla tecnologia Bluetooth e la protezione della sfera privata è fra le sue priorità. Niente verrà infatti salvato in maniera centralizzata. La scelta delle linee guida per la protezione dei dati non è ancora stata completata.
UFSP approva - L'UFSP fino a ora non si era espresso sulla tematica. Oggi però ha reso noto il suo appoggio per questa soluzione. L'organismo lavora a stretto contatto con i politecnici federali, si legge in una presa di posizione.
Ancora ci sono questioni aperte sull'utilizzo dell'app. Anche se si tratta di una misura che si basa sulla volontarietà, l'accesso ad alcune attività o servizi potrebbe venire legato alla partecipazione a questo sistema.
Secondo l'Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza Adrian Lobsiger, contattato dall'agenzia Keystone-ATS, la volontarietà rimane un punto essenziale di DP-3T: «Ogni costrizione giuridica o sociale deve essere evitata», ha detto.
Mister dati ha in ogni caso accolto positivamente il fatto che i dati non vengano salvati in maniera centralizzata. In questo modo si evita ogni rischio di schedatura e si rende più difficile la vita agli hacker.
The Swiss Health Authorities commit to a *decentralized* approach to develop a contact tracing app to fight #COVID19 👏
— Marcel Salathé (@marcelsalathe) April 21, 2020
Based on #DP3T, an international, privacy-preserving (decentralized) proximity tracing system. https://t.co/gvfAI3LJbv pic.twitter.com/OazIOXpnPs