La consigliera di Stato Natalie Rickli ha avuto parole dure per alcuni clienti: «Hanno fornito false generalità».
Questo ha notevolmente complicato il lavoro di chi doveva tracciare i contatti dell'uomo risultato positivo.
ZURIGO - Il governo zurighese non intende per ora chiudere i locali notturni cantonali. Questo nonostante lo scorso 21 giugno nella città sulla Limmat si sia verificato il primo caso di un "superspreader", ovvero un individuo insolitamente contagioso che ha costretto a mettere in quarantena i 300 partecipanti a una serata in discoteca.
Il punto della situazione è stato fatto oggi in conferenza stampa dalle autorità. La consigliera di Stato Natalie Rickli ha criticato molti clienti del club, rei di aver fornito nomi e indirizzi email falsi, il che ha comprensibilmente ostacolato il lavoro di chi doveva tracciare i contatti dell'uomo, risultato positivo al coronavirus qualche giorno dopo la serata.
L'ex consigliera nazionale UDC, responsabile della sanità, si è detta delusa: i festaioli stanno continuando a non rispettare le norme igieniche, come emerge da notizie e immagini pubblicate sui social media. L'invito ai dipendenti delle discoteche è di controllare le carte d'identità, per evitare che quanto accaduto si ripeta.
La notizia riguardo al primo caso cantonale di un "superspreader", individui che per ragioni sconosciute sono altamente contagiosi, è di ieri. Almeno altre cinque persone hanno manifestato sintomi e si sono aggiunte al bilancio dei positivi al Covid-19. Come detto, in 300 fra clienti e impiegati sono stati messi in quarantena per dieci giorni in modo da spezzare la catena delle infezioni.
Le autorità hanno annunciato che se una situazione simile dovesse ripetersi i locali potrebbero venire nuovamente chiusi. Una strada che però al momento l'esecutivo, nonostante la preoccupazione espressa, ha scelto di non prendere.