A dirlo è un'analisi pubblicata oggi da UBS. In quattro anni la quota è cresciuta del 3%.
Nel confronto internazionale il nostro Paese si situa comunque a un livello inferiore rispetto alle nazioni limitrofe.
ZURIGO - Per potersi assicurare un tenore di vita adeguato durante la pensione, un ultracinquantenne in Svizzera deve mettere da parte - al di là del secondo pilastro - il 14% del suo reddito. È quanto emerge da un'analisi (International Pension Gap Index) pubblicata oggi da UBS che mette a confronto i sistemi di previdenza di 24 nazioni.
La quota del risparmio necessaria nella Confederazione è superiore all'11% determinato in un analogo studio del 2017. Nel confronto internazionale il nostro Paese si situa dopo Paesi come Emirati Arabi Uniti (0%), Singapore (3%), Olanda (5%), Arabia Saudita (7%) o Australia (7%), ma prima per esempio di Italia (28%), Germania (30%), Stati Uniti (42%), Francia (44%), Giappone (102%), Russia (108%) e Nigeria (145%).
Stando agli esperti di UBS praticamente nessuno dei sistemi pensionistici analizzati offre garanzie assolute, perlomeno se ci si affida solamente alla parte obbligatoria della previdenza: alcuni Paesi comunque partono avvantaggiati e possono promettere alla propria popolazione prestazioni pensionistiche più generose, per esempio grazie alle loro riserve di petrolio.
Per quanto riguarda l'Olanda, se è vero che la nazione garantisce un reddito di vecchiaia quasi equivalente all'ultimo stipendio, con minore necessità quindi di dover accantonare risparmi supplementari, è altrettanto vero che negli ultimi anni sia l'età pensionabile, sia i contribuiti di previdenza sono stati più volte aumentati e, considerato l'allungamento dell'aspettativa di vita, ciò proseguirà anche in futuro.
Con una quota media di risparmio necessario del 14%, la Svizzera si posiziona quindi nel terzo superiore della classifica. «Questo livello di responsabilità personale dovrebbe essere sostenibile per la maggior parte della popolazione, ma solo se verrà utilizzato in modo coerente il pilastro 3a», affermano gli specialisti di UBS.
«Per mantenere il tenore di vita abituale durante la pensione oggigiorno serve qualche risparmio in più rispetto a quattro anni fa, soprattutto perché finora la Svizzera non è ancora riuscita a implementare le riforme necessarie e sono aumentati i fattori di insicurezza riguardo alle prestazioni previdenziali future», spiega l'economista di UBS Jackie Bauer, citata nel comunicato.
Vanno anche considerati i diversi approcci di fondo. Nei Paesi anglosassoni, quali Gran Bretagna, USA, Canada, l'enfasi è posta sulla responsabilità del singolo e il sistema previdenziale mira unicamente a impedire la povertà nella terza età. Ecco perché, in questi contesti, è importante non solo risparmiare, ma anche investire i risparmi stessi.
Un po' dappertutto comunque la responsabilità personale sta acquisendo un ruolo sempre determinante e molti Paesi - secondo UBS - dovrebbero aumentare gli incentivi per le economie domestiche affinché riflettano maggiormente sulla propria situazione finanziaria a lungo termine.
Tuttavia, a fronte del rapido progredire dell'invecchiamento della società questi provvedimenti da soli non bastano. Un po' ovunque sono necessarie riforme in grado sia di migliorare la sostenibilità del sistema, sia l'erogazione di pensioni di livello adeguato. In Francia, ad esempio, dove attualmente il salariato tipico anticipa il proprio pensionamento, un innalzamento dell'età pensionabile potrebbe essere d'aiuto.
Alcuni Stati hanno dimostrato che è possibile attuare riforme radicali senza per questo avere pensioni meno adeguate. Negli anni scorsi, Danimarca e Svezia hanno adottato riforme volte a rendere il sistema più sostenibile. Secondo gli analisti di UBS vale la pena ricordare che una parte delle modifiche necessarie è stata realizzata sulla spinta di visioni e interessi politici molto distanti tra loro. In Danimarca, si è deciso di legare l'innalzamento dell'età pensionabile a quello dell'aspettativa di vita, mentre in Svezia la pensione statale viene adeguata in base al rapporto tra il numero di lavoratori e di pensionati. La Svizzera - concludono gli economisti di UBS - potrebbe seguire questi esempi per offrire anche alle generazioni future una previdenza per la vecchiaia fondata sui tre pilastri che continui a essere esemplare in ambito internazionale.