La causa: i tassi di cambio. Lo dice un'indagine di Interpharma e santésuisse
BERNA - Le differenze di prezzo dei medicinali tra Svizzera e paesi europei comparabili sono aumentate nell'arco di un anno. Il divario, già enorme, è ulteriormente cresciuto anche per i generici. Secondo l'ultima indagine realizzata congiuntamente da Interpharma e santésuisse, l'evoluzione va attribuita principalmente all'andamento dei tassi di cambio.
I preparati innovativi rimangono i meno sopravvalutati nella Confederazione, con una differenza del 6,9% in aprile - rispetto al 4,5% di un anno prima - rispetto ai prezzi medi in Danimarca, Austria, Belgio, Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Svezia, Finlandia e Francia.
Seguono, per ampiezza del divario del costo, le medicine originali per le quali la protezione del brevetto è scaduta: 11,5% (contro un +10% dodici mesi prima), indicano Interpharma (l'associazione che fa gli interessi delle 23 aziende farmaceutiche attive nella ricerca, tra cui i due colossi Novartis e Roche) e santésuisse (associazione che rappresenta vari assicuratori malattia) in un rapporto pubblicato oggi.
Già particolarmente costosi nel raffronto internazionale da molto tempo, il mese scorso i generici risultavano più cari del 45,2% - contro un +42,0% nell'aprile del 2020.