Lo annuncia la Federazione dell'industria orologiera
BIENNE - Mai così tante le vendite di orologi svizzeri all'estero, perlomeno in termini di valore: stando ai dati diffusi oggi dalla Federazione dell'industria orologiera (FH), in novembre le esportazioni si sono attestate a 2,4 miliardi di franchi, importo record e in progressione dell'11% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, grazie in particolare all'attrattiva dei segnatempo meno cari e di quelli più costosi.
Dall'inizio del 2022 la progressione si attesta al 12% (a 22,8 miliardi), sottolinea FH in un comunicato odierno. In base alle informazioni diffuse sempre oggi dall'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) novembre segna una progressione del 2,2% rispetto a ottobre, quando per contro era stata osservato un calo del 4,2%.
Tornando ai dati della FH e quindi al confronto sui dodici mesi, novembre mostra un incremento per quattro dei sei principali mercati: è il caso in particolare degli Stati Uniti (+33% a 400 milioni), che rimangono il principale sbocco del Made in Switzerland. Seguono Cina (-12% a 212 milioni), Hong Kong (-9% a 184 milioni), Regno Unito (+18% a 158 milioni), Giappone (+20% a 157 milioni) e Singapore (+29% pure a 157 milioni).
Con accenti diversi si presenta l'andamento delle esportazioni in relazione ai segmenti di prezzo. Gli orologi di meno di 200 franchi hanno mostrato una progressione del 16% in termini di valore, la gamma 200-500 una contrazione del 30%, il comparto 500-3000 ha marciato sul posto e la fascia oltre 3000 franchi un balzo del 16%.
A favorire la progressione generale è il fatto che il costo del singolo orologio sia aumentato: novembre mostra infatti un primato in termini di valore, ma se si guarda ai pezzi venduti si registra una contrazione su base annua del 2%.