Un'ex professoressa dell'ETH di Zurigo racconta le difficoltà a conciliare carriera e famiglia: «In Inghilterra c'è meno pressione».
ZURIGO - Come mai ci sono così poche professoresse nelle università svizzere? Perché le donne non vogliono una carriera, preferiscono dedicarsi ai figli e trovare un uomo ricco. Questa in sintesi la conclusione di uno studio dell'Università di Zurigo, pubblicato settimana scorsa, che ha sollevato, come ci si poteva attendere, un polverone.
«Ho lasciato la Svizzera proprio a causa di questa mentalità», ha raccontato a 20Minuten Rachael Garrett (40 anni), ex professoressa di politica ambientale all'ETH di Zurigo. Ora Garrett ha una cattedra all'Università di Cambridge dove si è trasferita con la sua famiglia.
«Naturalmente una donna può fare carriera in Svizzera», dice. «Ma questi sondaggi e queste ricerche non aiutano». Garrett si rammarica che non vengono raccontate le storie delle numerose professoresse del nostro Paese di successo che sono al top a livello internazionale, ma invece si legge di donne che non vogliono fare carriera. «Un'affermazione falsa».
Coinciliare gli impegni di essere madre con una carriera non è certo scontato, ma a Zurigo Garrett ha dovuto affrontare fin troppe difficoltà. La professoressa racconta delle critiche che riceveva quando ancora viveva in Svizzera e lavorava a tempo pieno. «Alcune maestre del doposcuola di mia figlia, che all’epoca aveva cinque anni, mi diceva spesso che non avrei dovuto lavorare al 100% perché i bambini avevano bisogno della mia presenza».
Malgrado il marito di Garrett lavorasse home-office, l'assistente del doposcuola chiamava sempre lei per lamentarsi che la figlia voleva tornare a casa. Dei rimproveri che hanno sempre infastidito la professoressa. «Faceva male sentirsi dire che le donne non dovrebbero lavorare a tempo pieno perché non fa bene ai loro figli». Una mentalità zeppa di stereotipi che ha spinto Garrett lontano dalla Svizzera. «In Inghilterra la società non è così pressante per le madri che lavorano. Qui è completamente diverso».
Se una madre ha una carriera in Svizzera dipende principalmente dal suo partner, afferma invece Sonia Seneviratne, anche lei professoressa all'ETH e madre di due figli (9 e 13). «Io e mio marito lavoriamo entrambi al 100%, ma mio marito è un po' più flessibile e si prendeva spesso cura dei bambini quando erano più piccoli».
Sono stati fatti importanti passi avanti, ma gli sforzi per ottenere un’uguaglianza reale non bastano ancora. Le strutture del doposcuola e gli asili in cui le mamme possono fare affidamento sono indispensabili per le famiglie.