È bagarre sul tema: i cristiano-democratici tedeschi chiedono il ripristino dei valichi di frontiera con la Svizzera.
L'SVP, con Marco Chiesa, attacca invece l'Italia: «Controlliamo i treni e facciamo in modo che i migranti non arrivino sul nostro territorio»
BERLINO - Palestre e tendopoli: è una Germania che non sa più dove mettere le persone in fuga da Siria, Afghanistan e Turchia quella che viene dipinta dai cristiano-democratici tedeschi che - preso atto delle centomila richieste d'asilo nei primi quattro mesi di quest'anno e dopo avere accolto già un milione di ucraini - alza le barricate e con una dura presa di posizione se la prende con la Svizzera.
«Se siamo al collasso - tuonano dalle colonne del Tages Anzeiger - è colpa degli elvetici», rei di lasciare fare e non controllare come si deve le persone che arrivano ai suoi valichi di frontiera, liberi poi di entrare sul suolo tedesco.
La proposta di ripristinare i controlli fissi alla frontiera con la Svizzera e il respingimento del parlamento - La levata di scudi si è tradotta in una richiesta al Bundestag, il parlamento federale tedesco, di ripristinare i controlli fissi alla frontiera con la Svizzera, un po' come era accaduto nel 2015 alla frontiera con l'Austria.
La proposta - sostenuta dal partito di estrema destra AFD - non è passata, ma i cristiano-democratici hanno deciso di non demordere: un loro rappresentante (ministro degli Interni della regione di Baden- Württemberg), ha chiesto che le frontiere del suo Land con la Svizzera «vengano nuovamente controllate sistematicamente» ha dichiarato.
«Siamo diventati il Paese di tutti i desideri: non può andare avanti così» - Il suo collega di partito Christoph de Vries, guardando allo scenario migratorio che sta interessando l'Europa, ha parlato di «migrazione senza limiti, con una grande percentuale di migranti che finisce in Germania, il Paese di tutti i desideri. Questa situazione non può continuare» ha sottolineato in un'intervista alla Tribune de Genève.
L'ammiccamento del Cancelliere Scholz - Tirato per la giacca dai Lander, il Cancelliere Olaf Scholz non se l'è sentita di respingere ai mittenti la proposta e ha recentemente fatto intendere di prendere a cuore la questione, dicendosi possibilista su un ritorno ai controlli fissi con Paesi come la Svizzera se la situazione non sarebbe migliorata.
Dalla Svizzera sono entrati in Germania 8mila e novecento clandestini - Svizzera che, essendo terra di transito, viene accusata di fare i minori sforzi possibili per tenersi i migranti, reindirizzandoli verso le terre di Germania. La prova? Il numero di ingressi illegali transitati dalla Confederazione: stando a quanto riportato dalla stessa Tribune de Genève, nella seconda metà del 2022 sarebbero 8mila e novecento i clandestini entrati in Germania dai valichi svizzeri, un numero quintuplicato rispetto all'anno precedente.
Nel solo Land di Baden-Württemberg, alla fine di marzo la Polizia federale tedesca aveva già registrato 4.000 ingressi illegali dalla Svizzer. «La Germania accoglie più migranti di tutti gli altri Paesi dell'Unione europea (UE) messi insieme» insistono a dire gli esponenti della CDU.
E la Svizzera se la prende con l'Italia - Se la Germania rivolge alla Svizzera l'accusa di "Paese lasciapassare", uno dei Paesi da cui provengono i flussi di migranti - l'Italia - viene messa sul banco degli imputati dal presidente della SVP Marco Chiesa, che se la prende con il Belpaese per il fatto che permetterebbe ai richiedenti asilo di passare in Ticino: lo fa dalle colonne della NZZ am Sonntag. «Sono necessari controlli più severi alle frontiere italiane, in particolare sui treni. Se l'Italia non riprende le persone, anche se si è impegnata a farlo, dobbiamo fare in modo che i migranti non arrivino nemmeno in Svizzera. Non ci possono essere frontiere aperte con Stati che non rispettano il Trattato di Dublino».