Lo afferma la presidente del CICR Mirjana Spoljaric, che trova necessario un audit esterno.
GINEVRA - La presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) - che licenzierà 1'800 persone e chiuderà 26 sedi in tutto il mondo a causa di problemi finanziari - Mirjana Spoljaric ritiene «necessario» un audit esterno. A suo dire è in corso una valutazione indipendente della gestione finanziaria e dei processi di controllo.
Il CICR sta «sviluppando la strategia per i prossimi quattro anni», spiega Spoljaric in un'intervista pubblicata oggi da Le Temps. Questa nuova strategia, che entrerà in vigore all'inizio del 2024, «ci permetterà di basare i nostri budget futuri su di essa». Ma perché «sia solida», è essenziale che la nuova strategia sia basata su fatti e perizie. Le conclusioni dell'audit «saranno direttamente integrate nella nuova strategia e nella preparazione dei nuovi budget».
Quest'anno il CICR ha dovuto ridurre il suo budget di 440 milioni di franchi, a 2,4 miliardi. Secondo Spoljaric la nuova strategia dovrà stabilire linee rosse per i futuri bilanci dell'organizzazione.
«In futuro avremo meno risorse, per questo dobbiamo pensare a cosa possiamo permetterci di fare», aggiunge la presidente. Ma la missione del CICR deve rimanere chiara: «Aiutare i civili coinvolti in conflitti armati e fornire loro protezione».
Di fronte ai problemi di liquidità, «era urgente procedere a simili tagli», spiega, aggiungendo che «non era ideale effettuare tagli tattici, ma a corto termine non avevamo scelta».
Per quanto riguarda le retribuzioni, che sono state oggetto di critiche, Spoljaric ha dichiarato alla Neue Zürcher Zeitung di aver «chiesto al comitato competente del Consiglio d'amministrazione di esaminare la questione dell'indennità di partenza dei quadri». Il comitato dovrà anche formulare raccomandazioni.
Interrogata in merito allo stipendio annuale del suo predecessore, Peter Maurer, che ammontava a più di 400'000 franchi, la presidente del CICR ha risposto che era in linea con il mercato. E sottolineato che «il personale dell'organizzazione lavora, certo, per motivi idealistici, ma dev'essere comunque remunerato adeguatamente».