I trucchi del mestiere per capire chi sta tentando di non dichiarare beni di pregio, svelati da un ex-funzionario delle dogane svizzere.
ZURIGO - Se supera i 150 franchi l'acquisto fatto all'estero va dichiarato in dogana e va pagata l'Iva Svizzera. È questa la misura che, stando al Consiglio Federale, dovrebbe entrare in vigore a partire dal 1 gennaio del 2025.
Per un cantone di frontiera come il Ticino il pensiero va subito (e giustamente) alla spesa al supermercato oltreconfine. Ma i generi di prima necessità non saranno gli unici a essere oggetto della "stretta" che riguarderà anche abbigliamento, orologi, elettrodomestici, eccetera eccetera.
I controlli, inoltre, non verranno effettuati solo ai presidi doganali ai confini ma anche negli aeroporti. Quindi decollare per Londra, comprarsi un po' di pensierini, e - una volta a terra in Svizzera - doverli dichiarare, altrimenti si rischia la multa.
Se c'è chi di buona lena si adeguerà, ci sarà anche chi non potrà esimersi dal tentare la “furbata” facendo sparire gli scontrini, indossando gli acquisti o provando a farli passare per oggetti già usati o regali. Quante chance hanno queste manovre di funzionare davvero? 20 Minuten lo ha chiesto a un ex-dipendente delle dogane svizzere.
Si parte con il metodo più semplice: buttare via lo scontrino. «È vero che tendenzialmente gettare le ricevute e rimuovere le etichette con il prezzo complica il lavoro dei doganieri, ma non sono mica stupidi: sanno riconoscere i capi d'abbigliamento o gli accessori costosi e di marca. In caso di un sospetto l'ufficio doganale potrebbe decidere di avviare ulteriori accertamenti per capire il valore esatto degli stessi e determinarne la provenienza».
Se si mescolano gli abiti acquistati alla biancheria in valigia, «questo può effettivamente rendere più difficile determinare quali siano i vestiti di proprietà e quali siano invece quelli nuovi, per il doganiere che fruga nella borsa di un viaggiatore è necessario che vi siano delle prove convincenti. Per esempio se una persona va via per un fine settimana e nella sua valigia troviamo quattro paia di scarpe e sei paia di pantaloni, beh... le cose iniziano a diventare sospette».
Se si indossano i vestiti comprati il giorno del rientro, non è invece così facile farla franca: «È un trucco vecchio come il mondo. I doganieri sono abituati a stimare il valore di un outfit. E aggiungo pure che se vi vestite con abiti costosi è più facile che vi fermino per un controllo approfondito». A far suonare il campanello d'allarme è anche la provenienza dei viaggiatori: «Alcune mete sono particolarmente gettonate per lo shopping, se tornate da Londra o New York con tre valige piene zeppe, aspettatevi di doverle aprire in dogana».
Se si pensa di farla franca dicendo «è un regalo», lasciate pure ogni speranza: «Non importa se è stato acquistato o regalato, un bene nuovo che supera il valore d'imposizione è comunque soggetto all'Iva svizzera e va comunque dichiarato».