Il Tribunale federale ha negato per l'ennesima volta la scarcerazione dell'ex ministro degli interni gambiano.
Il politico è in carcere da gennaio 2017 perché sospettato di crimini contro l'umanità nel suo Paese.
BERNA - Il Tribunale federale (TF) ha negato per l'ennesima volta la scarcerazione all'ex ministro degli interni del Gambia, Ousman Sonko. Il politico è detenuto in Svizzera dalla fine di gennaio 2017 perché sospettato di crimini contro l'umanità nel paese dell'Africa occidentale.
Il TF ha interrogato altri testimoni e informatori nell'ambito delle sue indagini e analizzato il suo telefono. Alcune persone accusano Sonko di atti di violenza, tortura e abusi sessuali. Inoltre, le informazioni raccolte confermano la vicinanza di Sonko alla National Intelligence Agency (NIA) e ai cosiddetti "Jungler", ritenuti responsabili di numerosi reati.
Sonko, comandante della guardia presidenziale gambiana nel 2003 e poi ministro dell'Interno tra il 23 ottobre 2006 e il 19 settembre 2016, si è rifugiato nel novembre 2016 in Svizzera. Il 26 gennaio 2017 è stato arrestato a Lyss (BE), dove soggiornava in un centro di transito per richiedenti asilo, su denuncia di Trial, la Ong con sede a Ginevra che si occupa di lottare contro l'impunità per crimini internazionali.
Il 51enne (è nato il 9 gennaio 1969) ex ministro è accusato di essere responsabile di atti di tortura commessi dalle forze di polizia e dal personale carcerario a lui sottoposti, oppure da gruppi a essi legati, sotto il regime del presidente Yahya Jammeh.