La prima riguarda il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile, la seconda si concentra su diritti e politiche in materia di droga
BERNA - Il Consiglio dei diritti umani conclude oggi la più lunga sessione della sua storia. Nel suo discorso di apertura del 27 febbraio, il consigliere federale Ignazio Cassis, in quanto rappresentante del Paese ospite, aveva condannato la guerra in Ucraina e sottolineato l’importanza del dialogo negli organismi multilaterali. Nell’anno del 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, aveva poi ricordato quanto sia fondamentale l’adempimento degli obblighi internazionali da parte degli Stati.
Durante la sessione la Svizzera ha presentato due risoluzioni in collaborazione con altri Paesi. Nella prima ha colto l’occasione per ribadire l’importanza di un approccio basato sui diritti umani in tutte le azioni volte a combattere il degrado ambientale. Questa risoluzione è stata adottata senza richiesta di voto.
Nella seconda iniziativa la Svizzera ha promosso una politica in materia di droga conforme ai diritti umani, compreso il diritto alla salute, campo in cui è un’attrice centrale. Questa risoluzione è anche stata adottata senza voto.
Le posizioni del nostro Paese
La Svizzera ha aderito a varie dichiarazioni congiunte, molte delle quali riguardano la guerra contro l’Ucraina. Ha appoggiato anche le dichiarazioni congiunte sull’Iran, sull’inquinamento da plastica, sul riconoscimento di genere e sulla responsabilità nei confronti delle vittime dell’esplosione del porto di Beirut nel 2020.
Inoltre, la Svizzera ha partecipato attivamente ai negoziati di altre risoluzioni, in particolare nei settori della lotta contro la tortura, della libertà di religione e di credo, dei difensori dei diritti umani e del diritto all’alimentazione.
Durante la sessione sono state presentate molte altre relazioni. La Svizzera ha espresso le sue opinioni durante i dialoghi che hanno fatto seguito alle presentazioni delle relatrici e dei relatori, in particolare sulla protezione dei bambini in situazioni di conflitto armato, sul diritto a un ambiente sano, sulla prevenzione della tortura e sulla protezione delle e dei difensori dei diritti umani. Ha inoltre preso posizione in merito alla situazione dei diritti umani in vari Paesi come l’Afghanistan, l’Iran, la Cina, la Russia, il Myanmar, la Repubblica democratica del Congo e il Venezuela.