Il partito critica aspramente il sostegno ai negoziati dato dalla Commissione della politica estera del Consiglio nazionale.
BERNA - «La maggioranza della Commissione della politica estera del Consiglio nazionale (CPE-CN) ha approvato il mandato negoziale del Consiglio federale senza opporre resistenza. Questa capitolazione nei confronti dell'UE è vergognosa». Così l'UDC critica «l'approccio approssimativo del Consiglio federale, dei Cantoni e delle commissioni parlamentari» in merito al tavolo di trattativa aperto con la UE. «Non permettono di organizzare un confronto serio» scrivono i rappresentanti del partito in una nota.
Per l'UDC, i giochi sono fatti, e «in una intesa comune tra l'UE e la Svizzera, il Consiglio federale ha di fatto già accettato tutte le richieste principali dell'UE». E sottolinea come questa «intesa comune era disponibile unicamente in inglese. Solo su pressione dell'UDC il documento, scritto in un complesso linguaggio giuridico, è stato presentato nelle lingue nazionali. A quanto pare, lo zelo cieco dell'UE prevale sulla responsabilità istituzionale e politica».
L'UDC rileva anche che «sia la Commissione della politica estera che le commissioni interessate (Commissione per i trasporti CTT, Commissione dell'energia CAPTE, Commissione dell'economia CET) si sono rifiutate di organizzare audizioni allargate e una discussione approfondita sull'impatto dell'accordo previsto sull'ordinamento giuridico e sulle condizioni quadro della Svizzera. Le voci critiche sull’accordo sono state praticamente escluse dalle audizioni». E aggiunge che «i Cantoni, la cui sovranità sarà fortemente compromessa da un tale accordo istituzionale, non si esprimono individualmente, ma solo in modo coordinato attraverso la struttura democraticamente non legittimata, nota come Conferenza dei governi cantonali (CdC). Non si è mai vista una tale abnegazione del principio federalista». E poi un affondo ancora più severo: «L'approccio del Consiglio federale è disonesto. Recentemente ha iniziato a parlare di una "soluzione pacchetto". Si tratta dell'ennesimo allacciamento istituzionale della Svizzera all'UE: adozione automatica del diritto comunitario, subordinazione alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE) con sanzioni unilaterali e regolari versamenti di miliardi di franchi».
Per l'UDC, «Il Consiglio federale, l’Amministrazione federale euroturbo e gli altri partiti stanno cercando di aggirare il popolo svizzero facendo passare il progetto di trattato di sottomissione in sordina: non vogliono un referendum obbligatorio con la maggioranza dei Canton». E ricorda che tutti gli atti parlamentari presentati «per chiarire la posizione della Svizzera e del Consiglio federale nei confronti dell'UE, per salvaguardare l'autodeterminazione del nostro Paese e la democrazia diretta del popolo svizzero, sono stati tutti respinti dalla maggioranza della Commissione» mentre «gli altri partiti sono in tutta evidenza intenzionati a consegnare la Svizzera all'UE e ad esautorare il popolo svizzero».