L'iniziativa popolare lanciata dai giovani PLR non ha fatto breccia nel cuore degli svizzeri.
BERNA - Alzare l'età pensionabile a 66 anni? Non se ne parla. L''iniziativa denominata "Per una previdenza vecchiaia sicura e sostenibile (Iniziativa sulle pensioni)" lanciata dai giovani PLR è infatti stata bocciata da tutti i Cantoni e dal 74,72% dei votanti. La partecipazione è stata del 57,4%.
Non ha quindi fatto breccia nel cuore degli svizzeri l'argomentazione che «bisogna lavorare più a lungo per mantenere la previdenza per la vecchiaia a prezzi accessibili». Il popolo ha infatti fatto sue le tesi degli oppositori che si basavano sul fatto che già «i lavoratori anziani non sono più richiesti dal mercato del lavoro» e che aumentare ulteriormente l'età pensionabile farebbe ulteriormente crescere questo problema.
La strada che aveva preso l'iniziativa, oltre che dai sondaggi prevotazione, era già stata tracciata dai risultati giunti dagli scrutini dei primi Cantoni. Tutti nettamente contrari a innalzare l'età pensionabile. Tra i no vi è ovviamente anche quello de Ticino, dove la proposta è stata bocciata dal 75% dei votanti).
LE REAZIONI:
«Questione di tempistica» - Una bocciatura che secondo Pauline Blanc, presidente dei Giovani PLR vodesi, è solo una «una questione di tempistica». A suo avviso, «non sfuggiremo all'innalzamento dell'età pensionabile». Anche il PLR "adulto" si rammarica per il risultato. Anche se per i liberali radicali il progetto ha «permesso di aprire un dibattito importante e necessario sul finanziamento dell'AVS in linea con il contratto generazionale e senza aumentare le imposte o le tasse».
«Soddisfatti per la chiara disfatta» - I risultati delle votazioni odierne sorridono ai sindacati. In una nota, Unia sottolinea la «chiara disfatta» dell'iniziativa sulle pensioni. A farne le spese - rileva - «sarebbero stati soprattutto i lavoratori e le lavoratrici impiegati in professioni fisicamente pesanti e in rami professionali a basso salario». Ecco perché hanno lottato in prima linea contro questo progetto di smantellamento antisociale, prosegue Unia, aggiungendo che «la vittoria alle urne è anche un chiaro segnale contro ogni ulteriore smantellamento della previdenza vecchiaia». Il sindacato annuncia sin d'ora che «sfrutterà questo slancio per contrastare il furto delle rendite nel secondo pilastro previsto nel quadro della riforma LPP». Per Vania Alleva, presidente del sindacato, «il grande impegno ha dato i suoi frutti». In una nota Travail.Suisse parla di iniziativa «inadeguata e antisociale», che «avrebbe solo aggravato le disparità sociali». Per Edith Siegenthaler, responsabile della politica sociale del sindacato, «l'elettorato ha detto chiaramente oggi che non vuole un ulteriore aumento dell'età pensionabile. Le persone che hanno lavorato duramente per tutta la vita devono poter andare in pensione in buona salute: l'iniziativa sulle pensioni avrebbe messo a repentaglio questa conquista sociale».
Il Centro sollevato - Anche l'Alleanza del Centro accoglie con favore il «chiaro no» popolare all'iniziativa sulle pensioni promossa dai Giovani PLR. In una nota, il partito afferma di opporsi attualmente a qualsiasi ulteriore aumento dell'età pensionabile. «Già oggi, per molte persone è difficile lavorare fino a 65 anni», sottolinea il partito. «Quello che dobbiamo fare ora è lavorare sulle condizioni per mantenere le persone poco qualificate e gli anziani nel mercato del lavoro e trovare altre possibili fonti di finanziamento», afferma da parte sua il consigliere nazionale Benjamin Roduit (Centro/VS).
«Non in linea con la realtà» - Da parte loro i Verdi esprimono soddisfazione per il netto rifiuto alla proposta di innalzare l'età pensionabile. «Questo netto no dimostra che l'iniziativa dei giovani liberali non è in linea con la realtà», sottolinea il partito in una nota. È anche un segnale importante per la prossima riforma dell'AVS, che è già in corso: «L'aumento dell'età pensionabile non è un'opzione», puntualizzano gli ecologisti, rendendo omaggio all'impegno dei Giovani Verdi, che hanno contribuito a respingere l'iniziativa, dimostrando che il voto sull'AVS «non è una questione di generazione, ma di solidarietà».