Dopo Berna, anche Bruxelles ha parlato dell'importanza di portare le relazioni a un nuovo livello. «Ci sono ancora progressi da fare».
BERNA - Come annunciato ieri in tarda serata dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), oggi anche il portavoce della Commissione europea in materia di relazioni con la Svizzera, Balazs Ujvari, ha indicato che l'obiettivo è di «concludere i negoziati entro la fine dell'anno».
Ujvari lo ha detto nell'ultima conferenza stampa della Commissione uscente e lo ha ribadito a Keystone-ATS, facendo riferimento ai negoziati, avviati in marzo, in vista di una «modernizzazione» degli accordi bilaterali tra Berna e Bruxelles.
Il portavoce non ha nascosto che «ci sono ancora progressi da fare» con «diverse questioni ancora in sospeso». L'esecutivo europeo, cui è stato dato il mandato di negoziare con la Confederazione, è però «deciso a continuare» per mettere la parole fine alle discussioni prima di San Silvestro. È importante portare le relazioni tra la Svizzera e l'UE a un nuovo livello, ha affermato il portavoce.
Ieri sera a Berna il capo del DFAE Ignazio Cassis ha incontrato il vicepresidente della Commissione europea e responsabile per l'Ue delle relazioni con la Confederazione Maros Sefcovic. «Era il momento giusto per fare il punto a livello politico sui negoziati in corso», ha detto Ujvari.
Dello stesso tenore le dichiarazioni a Keystone-ATS dell'eurodeputato tedesco del Partito popolare europeo (Ppe, di centro-destra) Andreas Schwab: «È stato un bene che il vicepresidente della Commissione europea si sia recato a Berna subito dopo la sua conferma al parlamento europeo per discutere la conclusione dei negoziati con il suo omologo svizzero Ignazio Cassis». Con 370 sì, 282 no e 36 astensioni, proprio ieri l'eurocamera ha approvato con voto palese la squadra della nuova Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen.
Nei giorni scorsi, vari media elvetici hanno riferito che la Commissione sarebbe disposta a entrare in materia su una clausola di salvaguardia nella libera circolazione delle persone, molto cara a Berna, se, in cambio, le tasse universitarie per gli studenti dei paesi dell'Ue fossero ridotte allo stesso livello di quelle per gli studenti svizzeri. Stando alla legge votata dalle Camere, dal prossimo anno gli studenti stranieri nei politecnici federali dovrebbero pagare rette più consistenti. Decisioni analoghe sono state prese da varie università (che dipendono dal diritto dei rispettivi Cantoni).
La Commissione europea non ha confermato una proposta in tal senso. Ujvari ha rifiutato di commentare il contenuto dei negoziati e si è limitato a dire che la questione della libera circolazione delle persone continuerà a essere un argomento di discussione.
Come si legge sul sito del Consiglio dell'Ue, che aveva autorizzato la Commissione a negoziare con la Svizzera, per Bruxelles gli obiettivi principali sono modernizzare e approfondire le relazioni bilaterali, assicurare una concorrenza leale tra le imprese europee e quelle svizzere che operano nel mercato europeo, e garantire la tutela dei diritti dei cittadini europei in Svizzera.
«Il mandato risponde inoltre alle preoccupazioni della Svizzera autorizzando eccezioni limitate all'allineamento alle norme dell'Ue nei settori della libera circolazione delle persone, del distacco dei lavoratori e del trasporto ferroviario e stradale», recita una nota pubblicata sul sito il 12 marzo scorso.