La testimonianza di un ticinese bombardato di chiamate dopo aver inserito un annuncio su un portale di compravendita online
LUGANO - Voleva semplicemente vendere una vettura online su Autoscout24, ma nel momento in cui ha pubblicato l’annuncio è stato bombardato dalle chiamate di un call center che chiedeva un centinaio di franchi (o anche di più) per metterlo in contatto con un presunto cliente interessato. È quanto ci racconta un 35enne ticinese, che nell’ambito della sua attività Noi per voi a Lugano è tra l’altro già varie volte incappato in tentativi di truffa o phishing.
«In questo caso venivo contattato almeno una volta al giorno, sempre da un numero con prefisso 091 in cui cambiavano soltanto le ultime due cifre» ci spiega. Ogni volta gli veniva proposta una tariffa differente, o per fornire il suo numero a un presunto cliente già disponibile o per inserirlo in una mailing list indirizzata a potenziali acquirenti. Il tutto con la promessa, perlomeno orale, di restituire i soldi se dopo dodici mesi la vettura resterà invenduta. «E richiamando il numero da cui venivo contattato, mi rispondeva un’altra persona».
Non è chiaro se si tratti di una truffa o di una strategia d’intermediazione particolarmente aggressiva. Esperienze analoghe sarebbero comunque state riscontrare anche da venditori d’oltre San Gottardo, che sarebbero stati contattati da numeri telefonici con prefisso locale. «Ed è inaccettabile vedersi confrontati con questo genere di chiamate, quando già si paga per la pubblicazione dell’annuncio sulla piattaforma online con tanto di indicazione “Nessuna chiamata pubblicitaria”» sottolinea il nostro interlocutore.
Proposte «da non accettare» - «Il fenomeno ci è noto» afferma Regula Sandi, portavoce di Autoscout24. E aggiunge: «Agli inserzionisti viene suggerito il pagamento di una commissione per aumentare notevolmente il successo di vendita. Noi raccomandiamo ai nostri clienti di non accettare tali proposte». Ma contro questo tipo di chiamate ci sarebbe poco da fare. «Autoscout24 permette agli inserzionisti privati di attivare un cosiddetto blocco pubblicitario, che inserisce nell’annuncio l’indicazione che le chiamate pubblicitarie non sono desiderate». Una misura che comunque non impedisce ai call center di contattare gli inserzionisti. «Per Autoscout24 è importante fornire un servizio di qualità, pertanto miglioriamo costantemente le nostre misure di controllo».
Non si tratterebbe di una vera e propria truffa, ma la portavoce comprende che si tratta di chiamate «moleste» e invita a non effettuare nessun tipo di pagamento a favore di queste società. «Contro tali chiamate invitiamo inoltre ad adire le vie legali, chiedendo sempre il nome della persona di contatto, della società e il relativo indirizzo».