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BELLINZONANei parcheggi per un controllo: «Mi sono sentito discriminato»

01.03.20 - 13:16
Stavano ballando e chiacchierando nel sabato del Rabadan, quando gli agenti gli hanno chiesto di seguirli.
TiPress - foto d'archivio
Nei parcheggi per un controllo: «Mi sono sentito discriminato»
Stavano ballando e chiacchierando nel sabato del Rabadan, quando gli agenti gli hanno chiesto di seguirli.
La perquisizione è avvenuta nell'autosilo. Il comandante della Comunale: «Era tutto previsto e organizzato».

BELLINZONA - Il Rabadan è finito. Gli altri carnevali sono stati annullati a causa del coronavirus. Ma c’è chi un sassolino dalla scarpa ancora vorrebbe toglierselo. È Luca*, un ticinese che nel sabato sera del carnevale bellinzonese si trovava in centro con degli amici per festeggiare e passare una serata spensierata. Fino a quando sono stati avvicinati da alcuni agenti per una perquisizione.

«Erano due securini e due poliziotti. Ci hanno puntati senza un valido motivo e ci hanno detto che dovevamo seguirli, per un controllo. Mi sono sentito discriminato e parecchio a disagio. Ci guardavano tutti».

I tre ragazzi sono stati accompagnati nell’autosilo Piazza del Sole, dove è avvenuta la perquisizione. «C’erano i cani, altri securini e agenti di polizia - continua il racconto -. Ci hanno perquisiti, ma non ci era concesso porre domande. Continuavano a ripetere che si trattava solo di una perquisizione di polizia. Che però non ha avuto alcun esito, perché noi non avevamo niente. Non mi è mai capitata una cosa del genere».

Il comandante della polizia comunale di Bellinzona Ivano Beltraminelli difende l’operato dei suoi agenti. «Si tratta di controlli di polizia per questione di stupefacenti - spiega -. Non necessariamente la perquisizione si conclude con la scoperta di droghe, ma se hanno un dubbio gli agenti possono procedere al controllo. Sicuramente avranno notato qualche particolare in quella situazione».

Il comandante intende pure ridimensionare il «disagio» che i tre giovani dicono di aver provato: «Non sono stati perquisiti davanti a tutti. Sono stati portati nel piano dell’autosilo a disposizione della polizia. Era un tutto previsto e organizzato. Non era presente nessun’altro, solo la polizia e la sicurezza del carnevale».

Beltraminelli sostiene di «non avere ricevuto nessuna lamentela» da parte di chi è stato sottoposto a controlli durante le sei sere di Rabadan. E conclude: «Non puntiamo le persone “a caso”. Se poi non vengono trovati stupefacenti, tutto finisce lì. Il disagio a volte capita, fa parte della vita e del carnevale. Ma ribadisco che si trattava di una situazione riservata. Nulla che fosse al di fuori del normale».

*nome noto alla redazione

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