La fine del lockdown non farà riaprire i valichi della vicina Penisola.
Per qualche settimana ancora, una gita in Italia sarà possibile solo se giustificata da motivazioni valide.
MILANO - Il 4 maggio è la data spartiacque in Italia. È quella dell'inizio della cosiddetta Fase 2 in cui, dopo settimane di lockdown, il Paese potrà ripartire. Molte aziende, tra le quali quelle del settore tessile e i cantieri, potranno tornare a essere produttive e le persone potranno riprendere a uscire di casa senza mostrare la giustificazione.
Le libertà, premesso ciò, rimarranno ancora limitate: molte attività commerciali “generiche” dovranno aspettare ancora un paio di settimane prima di riaprire mentre per bar e ristoranti l'attesa sarà ancora più lunga. “Almeno finché non sarà garantita la totale sicurezza”, si sono più volte impegnate a sottolineare le Autorità.
Quel che nessuno ha ancora detto è che - salvo sorprese incluse nel nuovo decreto - tali limitazioni influenzeranno pure la vita dei ticinesi. Di quei ticinesi che in Italia hanno degli interessi. E non si sta parlando di lavoro: in quel caso il movimento sul suolo della vicina Penisola sarà possibile. Il divieto di ingresso varrà per tutti gli svizzeri che a sud del confine vanno abitualmente per motivi personali. Passare la dogana per fare la spesa? Non sarà consentito. Superare il valico per raggiungere il proprio amore? Non permesso. Muoversi per fare una visita a eventuali parenti o amici? Niente da fare. I confini saranno ancora blindati e “perforabili” solo con un'autocertificazione che specifichi la necessità dello spostamento. Anche ammesso di riuscire ad approfittare di un finanziere distratto o accomodante, farsi pizzicare in trasferta senza motivo costerà poi carissimo: da 400 a 3'000 euro (di multa).
Nel documento che sbloccherà il vicino Stato, previsto nel giro di 48 ore, il Governo continuerà a concedere ampio potere decisionale – a livello sanitario - alle autonomie locali. E la Lombardia, da focolaio primo e più grande del coronavirus, proseguirà nella sua politica prudente. Se la curva dei contagi continuerà a calare, qualche libertà in più ai privati potrebbe essere concessa qualche giorno più tardi. Solo allora – dal 18 maggio, forse addirittura dall'11 – si dovrebbe poter riprendere a transitare senza problemi da Brogeda, da Gaggiolo o dagli altri valichi aperti.