Il Cantone chiede un credito di 9,55 milioni. Il comparto di Santa Caterina a Locarno sarà pronto per la fine del 2027
LOCARNO - Per dare il via alla progettazione della nuova sede del Museo cantonale di storia naturale a Locarno ci vogliono 9,55 milioni. È questo il credito richiesto dal Dipartimento del territorio e dal Dipartimento delle finanze e dell'economia.
Si prepara così la strada per trasferire il museo dalla sua sede attuale a Lugano al Comparto di Santa Caterina. Un comparto, quest'ultimo, che - come spiegano le autorità cantonali - «offre un'ottima soluzione in vista della realizzazione di una nuova struttura museale d'interesse scientifico, culturale e turistico, in grado di produrre vantaggiosi impulsi anche di natura urbanistica».
Si tratta inoltre di un'operazione che - creando uno stretto connubio tra storia, cultura, scienza e natura - permetterà di rendere fruibile al pubblico uno spazio verde in un contesto urbano, «inserendosi nella strategia di valorizzazione delle proprietà dello Stato».
La progettazione dovrebbe concludersi nel corso del 2024, quando si darà il via alla realizzazione. La consegna della struttura dovrebbe quindi avvenire alla fine del 2027. Per ora si parla, appunto, di 9,55 milioni per la progettazione. La realizzazione costerà poi invece circa 36 milioni di franchi (si tratta della ristrutturazione del monastero, come pure dell'edificazione di uno nuovo stabile, dell'allestimento museale e della sistemazione esterna).
Anche con l'arrivo del museo, nel comparto ci sarà ancora posto per l'Istituto Santa Caterina. Gli spazi per le attività didattiche della scuola sono previsti all'interno di Palazzo Fonti.
La scelta di portare il Museo cantonale di storia naturale dalla sua attuale sede al Palazzetto delle scienze di Lugano al complesso di Santa Caterina di Locarno era avvenuta, nel 2017, tenendo conto di una pluralità di aspetti. Tra questi, la conservazione e la riqualifica di un importante comparto di proprietà del Cantone, la posizione centrale, l'ottima accessibilità con i trasporti pubblici, a piedi e in bicicletta e la possibilità di messa in rete con istituzioni scientifiche e socio-culturali analoghe, quali - ad esempio - il Parco botanico delle Isole di Brissago, il Parco del Piano di Magadino, il Museo archeologico di Locarno, la Fondazione Bolle di Magadino, l'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL), Agroscope, il Dipartimento formazione e apprendimento della SUPSI, la Biblioteca cantonale, MeteoSvizzera e il progetto della Casa delle Valli.