Accusato di minacce verso gli operatori degli Istituti sociali cittadini risponde: «C'è in ballo la vita degli anziani».
Da qui la scelta di spronare alla vaccinazione: «Almeno in questa fase iniziale in cui entrano nelle case anziani ospiti che ancora non sono protetti»
All'accusa di «minacce» mossa dall'Mps, Lorenzo Quadri risponde con un invito «alla coerenza». Un botta e risposta senza mezzi termini, quello tra due rappresentanze politiche, che nasce da una lettera inviata dal consigliere nazionale all'indirizzo dei dipendenti degli Istituti sociali cittadini. Nello scritto, un invito alla vaccinazione che annunciava «possibili conseguenze e responsabilità di tipo giuridico nel caso di nuovi focolai» a loro attribuibili. Da qui l'attacco dell'Mps che, invocando il diritto di scelta degli operatori, domandava al Governo e al medico cantonale se tali «minacce» fossero state autorizzate.
«Esibizionismo plateale e paradossale» - «Che ci sia un desiderio di mettersi in mostra è abbastanza plateale, ma pare che qui si sia arrivati al paradosso - replica Quadri, in qualità di presidente del Cda di Lugano Istituti Sociali -. Mi sembra di ricordare un Mps, penso ad esempio a Bellinzona, che addirittura chiede interventi della Magistratura in casi di contagi da Coronavirus nelle case anziani. Io credo che non si possa dire tutto e il contrario di tutto».
«Una questione di responsabilità» - Per il consigliere nazionale non si tratta solo di una «questione etica dei curanti», ma proprio di «responsabilità da parte degli Istituti nel fare il possibile affinché il maggior numero di operatori si vaccini. Almeno in questa prima fase in cui non tutti i nuovi ospiti che entrano nelle strutture per anziani sono vaccinati». «Se un ospite non vaccinato viene contagiato da un curante che non si è voluto vaccinare, evidentemente, si viene a creare un problema - aggiunge -. Anche serio se si pensa che stiamo parlando di fasce ad alto rischio».
«Non è accettabile far correre dei rischi» - La lettera, sottolinea, non scaturisce da una sua iniziativa personale, ma da «una decisione del Consiglio d'amministrazione dell'ente. La prima priorità deve essere quella di garantire la salute dei nostri ospiti. Oggi che c'è la possibilità di vaccinarsi, non sfruttarla e far correre agli anziani un rischio non è molto accettabile».
«Favorevole all'obbligo per i curanti» - Quadri non nasconde pure di essere a favore di un obbligo alla vaccinazione, almeno per specifici settori: «A titolo personale io sarei favorevole a che il Cantone decretasse un obbligo per i curanti di vaccinarsi, almeno nelle fasi iniziali». Una volontà, la sua, mossa da quella che definisce una necessità legata al contesto pandemico: «Sappiamo che i tassi di vaccinazione tra i curanti non sono altissimi. La media cantonale è attorno al 60% e questo chiaramente è deludente. Ci si sarebbe aspettati una corsa al vaccino, invece la reazione è stata piuttosto tiepida e questo ha sorpreso in negativo. Da qui la necessità di cercare di convincere il maggior numero di operatori possibile a vaccinarsi. Anche perché - e i signori dell'Mps che in parte sono sindacalisti dovrebbero saperlo - il curante che ha scelto di non vaccinarsi e si ammala va a gravare pure sui colleghi di lavoro».