Gli appassionati di modellismo aereo entrano in "rotta di collisione" con la Stampa. È già successo un incidente
LUGANO - Non solo droni "evasori" e malintenzionati. Anche il più innocuo aeromodellismo può causare qualche problema a un carcere, specie se, come quello di Lugano, si trova nei paraggi di una pista di decollo per velivoli telecomandati.
Non tutti lo sanno: ma il Gruppo Aeromodellisti di Lugano è solito utilizzare il centro sportivo al Maglio, nel piano della Stampa, per i propri raduni. Alcuni anni fa un aeroplanino telecomandato «si è schiantato nel cortile della Farera» racconta il direttore delle strutture carcerarie Stefano Laffranchini. «Qualcosa è andato storto e si è completamente distrutto, per fortuna senza far male a nessuno».
Il Cantone ha preso contatti con l'associazione. «A prescindere dall'incidente abbiamo avviato un progetto a lungo termine, per dotare anche la Stampa di un rilevatore radar in grado di intercettare movimenti anomali» continua Laffranchini. Prima però è necessario mappare il traffico aereo (in miniatura) esistente attorno al carcere. «Dobbiamo seguire l'evoluzione tecnologica, per dissuadere eventuali contatti dei detenuti con l'esterno. Ma vogliamo anche evitare falsi allarmi» conclude il direttore.