Da domani il cinema di Massagno sarà nuovamente aperto al pubblico dopo la ristrutturazione.
L'inaugurazione ufficiale è invece prevista il prossimo 10 novembre. Il Sindaco Giovanni Bruschetti: «Il Lux ha una forte valenza culturale per Massagno. Abbiamo sfruttato la pandemia per ridargli lustro».
MASSAGNO - Domani lo storico Cinema Lux riaprirà nuovamente i battenti dopo i lavori di ristrutturazione - durati poco più di un anno - che hanno dato un nuovo look all'intera struttura. Ad alzare il sipario sul rinnovato Lux sarà l'unica tappa ticinese de "La Notte del Cortometraggio", il più importante festival di questo genere della Svizzera organizzato dall'Associazione Culturale Spazio 1929. L'inaugurazione ufficiale è invece prevista il prossimo 10 novembre.
Sfruttata la pandemia - Il cantiere, iniziato nel mese di settembre 2020, avrebbe dovuto durare più tempo, ma anche qui la pandemia ha cambiato le carte in tavola. «Inizialmente si pensava a un cantiere che avrebbe permesso una parziale convivenza con l’attività del cinema - sottolinea il Sindaco Giovanni Bruschetti - poi, a causa della pandemia, la sala ha dovuto chiudere completamente l’attività, così abbiamo potuto procedere in maniera spedita con tempi esecutivi che si sono accorciati».
«Edificio significativo» - Massagno in questo modo ha così potuto “sfruttare” il periodo di chiusura determinato dalla pandemia, con l’apertura di un cantiere importante. «Questo è un edificio particolarmente significativo per il nostro Comune. Il Lux - ricorda il sindaco - ha una forte valenza culturale anche oltre il territorio comunale e regionale, mentre il Salone Cosmo è un importante luogo di ritrovo per la popolazione e le associazioni di Massagno. Rimetterli in funzione secondo un intervento che ne determina ulteriore potenzialità e flessibilità dopo oltre sessant’anni dalla loro costruzione, proprio nel momento buio della pandemia che ha attraversato e condizionato le nostre vite, credo sia l’evidenza di un segnale e di una volontà dai chiari valori simbolici per la nostra popolazione: concreta volontà di continuare, andare avanti e aver fiducia nel futuro».
Sala rinnovata - Il periodo di chiusura e il cantiere hanno permesso alla JFC, il gruppo che gestisce la sala, d'implementare alcune migliorie interne alla sala cinematografica. «Tramite una raccolta fondi - spiega il titolare Joel Fioroni - abbiamo potuto sostituire le poltroncine, il pavimento e realizzare alcune altre migliorie estetiche, oltre all’acquisto di un proiettore 4K di ultima generazione».
I lavori - I lavori hanno permesso in particolare la sistemazione dell'atrio del cinema e il collegamento con il sottostante Salone Cosmo, la ristrutturazione del Salone Cosmo e la riqualificazione esterna limitatamente al lato ovest del Cinema Lux e dell’attuale piazzale antistante il Salone Cosmo con l’edificazione di una scala a collegamento del cortile e di Via dei Platani.
Ricucitura di due spazi - Il progetto, fortemente voluto dal Municipio che già nel 2016 licenziò il primo messaggio sulla richiesta del credito di progettazione, è stato affidato all'Architetto Bruno Keller. «La sala cinema e il salone - spiega l’architetto Bruno Keller - sono contenuti in uno stesso involucro, ma concepiti in origine come entità autonome. Due volumi sovrapposti, ognuno con un proprio spazio antistante. L’unico elemento unificatore è rappresentato dall’ossatura verticale in rilievo sulle facciate. Il progetto di ristrutturazione è stato sviluppato sul concetto di ricucitura dei due volumi attraverso la creazione di un nuovo spazio di percorso di collegamento orizzontale e verticale».
L'opera d'arte sulla facciata - Sulla parete esterna dell’edificio situata su Via Motta fa bella mostra di sé un’opera - retroilluminata e dalla grandezza di 6 metri per 6 - del ticinese Sir Taki che ha per titolo Boriska. «Come ogni mio lavoro - spiega l’artista - anche quest’opera porta il titolo di un nome di persona. Boriska, diminutivo di Boris, riecheggia quello del giovanissimo costruttore di campane protagonista del film di Andrei Tarkovsky Andrei Rublev». Alla base dell’opera c’è l’intento di rendere omaggio all’arte cinematografica attraverso un linguaggio artistico contemporaneo, quello del collage digitale, affine alla tecnica del montaggio della pellicola che del cinematografo è il procedimento ancestrale. «In un apparente caos di mondi, colori e narrazioni differenti - sottolinea Sir Taki - l’accostamento di strisce di manifesti che ripercorrono la storia della settima arte trova armonia nell’interazione con il protagonista dell’immagine: un bambino. Il ragazzo, che riecheggia a sua volta un fotogramma iconico del film Persona di Ingmar Bergman, vuole entrare in contatto con il meraviglioso mondo del cinema premendo con la mano sullo schermo. La sua silhouette viene completata da scorci di pellicole leggendarie. In questo fitto dialogo d'immagini e di emozioni, gli elementi risultano comunque distinti dando la possibilità al bambino di fantasticare pur rimanendo connesso alla realtà».