La posizione del gruppo SOA il Molino per quanto riguarda il 25 dicembre
LUGANO - I "molinari" non ci stanno, e rispediscono al mittente le dure reazioni da parte di Lega e UDC, e anche quella della Fondazione Vanoni, proprietaria dello stabile in cui gli autogestiti hanno passato la notte tra Natale e Santo Stefano.
Secondo una nota resa pubblica oggi dal gruppo SOA il Molino, quella è stata una serata natalizia in cui «tante persone hanno potuto passare una serata al di fuori della "normalità imposta". E in cui qualche fuoco pirotecnico - gli stessi che mai disturbano a capodanno o al primo d’agosto - ha brevemente illuminato il triste e monotono panorama cittadino».
In altre parole, «un gesto di salute pubblica che fa aumentare le endorfine, ridando sorrisi, energie positive e trasformando lo stato di paura e isolamento che attraversa troppi corpi e menti».
«Delirio»
Per quanto riguarda le accuse, il gruppo definisce un «consueto sgrammaticato delirio» la denuncia dell'Udc, seppur gli dia atto di ricordare «le altolocate responsabilità dello sgombero e della distruzione dell'ex macello nel 2021».
Le dichiarazioni del direttore della fondazione Vanoni, invece, secondo gli autogestiti «strumentalizzano subdolamente "le famiglie indigenti" per 3 scritte facilmente pulibili su 4 armadi smontati, ammuffiti, buttati lì alla bellemeglio e per 4 scritte all'interno di un edificio decadente la cui demolizione sembrerebbe prossima! Sconcertante davvero».
A tal riguardo, i "molinari" ricordano che "alla Fondazione Vanoni è stato affidato il mandato (pubblico!) della gestione del futuro carcere minorile, il cui approccio si basa su misure punitive e coercitive. Fondazione che inoltre ha ricevuto l'autorizzazione per il progetto della cittadella sociale che sorgerà (guarda caso…), proprio sul sedime tra ex Caritas ed ex Vanoni, abbattuto con una strana fretta e (guarda caso...) in assenza della necessaria richiesta edilizia».
«Bisogno di spazi»
Parlando del futuro, gli autogestiti criticano il fiorire di Poli in corso a Lugano: «Peccato che poi di effettivi luoghi di socialità e di sperimentazione al di fuori della macchina consumista e spettacolare, poco o niente. Anzi. A Lugano sembra sia in atto una corsa a riqualificare vecchi edifici dismessi o piuttosto ad abbatterli. Il tutto per non permettere nessun utilizzo altro di strutture abbandonate e lasciate deperire da anni».
Il gruppo ribadisce infine che «la notte del 25 e la sua ampia partecipazione confermano il bisogno reale di spazi liberi e liberati, di aggregazione e di cultura dal basso» nella città sul Ceresio. «Spazi politici che producono conflitto, idee, saperi, mondi altri e che mettono in discussione lo stato delle cose attuale. Né più né meno».