Roby Ginevri e la passione ereditata dal padre. Diversi i trofei all'attivo e un desiderio: trasmettere il suo amore per questo sport
LUGANO - Forse non tutti sanno che, oltre al motocross, esiste una competizione analoga per le quattro ruote: l'autocross, per l'appunto. E nel campionato svizzero si sta facendo notare (ma non è la prima volta) Roby Ginevri, 45enne di Lugano, residente a Grancia.
Dopo due vittorie e due "argenti", anche quest'anno il ticinese si è distinto primeggiando nella sua categoria e conquistando il secondo posto in quella generale.
Roby è l'unico ticinese che cerca di portare avanti la tradizione di uno sport che riporta un po' ai primordi dell'automobilismo. «Una volta si correva sullo sterrato. Noi continuiamo a farlo ancora oggi», ci racconta. L'autocross, infatti, non è certo nato ieri: «Mio padre correva già 30 anni fa, è da lui che ho ereditato la passione». Eppure resta a oggi una competizione di nicchia. Non a caso non è semplice trovare sponsor che coprano le spese: «Ho qualche amico che mi aiuta, per fortuna sono meccanico per cui l'auto l'ho preparata io e riesco a ripararmela da solo».
Roby la sua passione vorrebbe anche trasmetterla, tramandarla. Specialmente alle nuove leve: «Ho preparato una seconda auto, mi sono anche messo a disposizione per portare in pista chi volesse provare questo sport. Ma a oggi sembra che ai giovani piaccia più premere l'acceleratore sulle strade che su una pista. Un vero peccato».
Il problema non riguarda solo i giovani: «La gente è convinta di sapere guidare. Ho fatto un anno di formazione specifica come soccorritore stradale, guido il carro attrezzi. Dagli incidenti che vedo posso dire che tanti non sanno come si guida un'auto, la propria auto. E nonostante questo vanno forte».
Con i due podi appena portati a casa il 45enne punta ora all’ennesimo traguardo: «A breve terminerà il campionato 3 Nazioni, che vede competere Svizzera, Francia e Germania. Al momento sono al primo posto con un discreto scarto di punti dal secondo in classifica. Un campionato, questo che mi sono già portato a casa, nel 2019. Speriamo di riuscire a farlo ancora una volta».