No invece all’aumento dell’età di pensionamento a 66 anni per tutti.
BELLINZONA - Si schiera apertamente per il si alla 13a AVS il VPOD. Come noto il 3 marzo 2024 si voterà su tre temi che riguardano le pensioni. Il primo riguarda l’iniziativa dell’Unione sindacale svizzera per introdurre la 13a AVS. La seconda è un’iniziativa dei giovani liberali (chiamata anche iniziativa UBS), con la quale chiedono di aumentare l’età di pensionamento per tutti a 66 anni di età e con la terza le autorità federali intendono ridurre le rendite delle casse pensioni (secondo pilastro).
«L’assemblea del gruppo pensionati del Sindacato VPOD Ticino, riunita il 7 dicembre a Mendrisio, invita caldamente a votare: - Sì alla 13.a AVS - No all’aumento dell’età di pensionamento a 66 anni per tutti - No alla riduzione delle pensioni (secondo pilastro)», si legge in un comunicato a cui fa seguito la spiegazione di tale decisione.
«È necessario aumentare le rendite AVS perché il 30% delle/dei Ticinesi in età AVS ha un reddito mensile che lo colloca al di sotto della soglia di povertà assoluta (2’298 fr mensili). Il 50% dei pensionati ha un reddito inferiore ai 3’500 franchi. Inoltre gli aumenti delle spese appena intervenuti o prospettati per il prossimo anno (affitto, riscaldamento, casse malati, benzina, alimentazione, elettricità), in media, per un anno, ammontano a 3'500 fr per una persona sola e di oltre 6'000 fr per due persone. Con l’iniziativa sulla 13a AVS si fa un piccolo passo nella giusta direzione. Assolutamente necessario. Per tutte le generazioni. Avere genitori o nonni indipendenti dal profilo finanziario è utile anche ai giovani. La Costtuzione federale sancisce, d’altra parte, che l’AVS dovrebbe garantire la copertura del fabbisogno vitale (circa 4’000 fr mensili). Siamo molto lontani da questo obiettivo. L’aumento delle rendite è importante per tutti, anche perché molte pensioni stanno diminuendo», scrivono dal VPOD.
«L’AVS non ha debiti e i conti sono equilibrati. Per il 2026 si prevede una maggiore entrata di 3.5 miliardi di franchi. Le riserve coprono già oggi un anno intero di contributi e passeranno da 50 a 70 miliardi di franchi nel 2030. La tredicesima AVS costa circa 4.1 miliardi all’anno. A lungo termine per il suo finanziamento potrebbe essere necessario un aumento dei premi dello 0,8%, metà a carico dei datori di lavoro e metà a carico dei salariati (pari a 80 centesimi al giorno). Il Consiglio federale critica il fato che la 13a AVS sarebbe pure versata a coloro che non ne hanno bisogno. Si dimentica di dire che chi dispone di altri redditi paga l’AVS sul totale del suo salario, anche sui bonus: quindi paga proporzionalmente molto di più di quanto riceve, in quanto la rendita massima è uguale per tutti (franchi 2'450 persone singole, franchi 3’675 coppie sposate). Gli alti redditi pagano quindi una parte delle nostre pensioni. Anche lo squilibrio tra giovani e pensionati, come presentato dagli oppositori, non è corretto. Nel 1948 quando è stata introdotta l’AVS, avevamo sei giovani e sei pensionati. Ora abbiamo due giovani (15-65 anni) e sei pensionati. Ma l’80% delle donne nel 1948 lavorava molto, e lo faceva senza percepire uno stipendio: e quindi non pagava l’AVS, si chiude la nota..