Tantissime persone si stanno mettendo a disposizione per fare i volontari nelle zone disastrate. Eppure non è ancora arrivato il momento.
ALTA VALLEMAGGIA - «Siamo in tanti, tantissimi. Siamo pronti a spalare. Ma il Sistema ci frena». Simone Gianola è un 42enne nativo del Piano di Peccia. Dopo la catastrofe della notte tra il 29 e il 30 giugno, si è subito attivato con parenti e amici. Con un risultato notevole: i volontari, da lui stesso raggruppati, disposti ad aiutare la popolazione colpita dal maltempo sono complessivamente circa 160. «Abbiamo aperto una chat di whatsapp e un gruppo di Facebook, abbiamo reperito il materiale da lavoro. Ma intanto siamo ancora bloccati dalla burocrazia. Troppi formulari da riempire».
«Tutto potrebbe essere più snellito» – Non solo persone dell'Alta Vallemaggia. A mettersi a disposizione ci sono abitanti di tutta la Svizzera italiana. Christian Imberti, 42 anni, di Cadempino è un grande appassionato di montagna. «Amo l'Alta Vallemaggia. E adesso l'Alta Vallemaggia è in difficoltà. Non si può andarci solo a fare gli escursionisti o i turisti. Questo è il momento di ricambiare sia la natura sia la gente che vive in quei posti. È grazie proprio a queste persone che troviamo valli ben curate e accoglienti. Intendiamo dare il maggior aiuto possibile. Peccato per la tanta burocrazia. Non conosco le procedure. Senza presunzione, ho l'impressione che tutto potrebbe essere più snellito. Compili un formulario e non sai quando sarai ricontattato».
«I formulari hanno un'utilità» – «Finora – evidenzia Federico Chiesa, capo ufficio della Sezione del militare e della protezione della popolazione – sono oltre 450 le persone che si sono annunciate per offrire il loro supporto volontario tramite l’apposita pagina internet. Troppa burocrazia nel reclutamento? Le offerte di aiuto devono seguire i passi necessari in maniera ordinata. Attraverso la compilazione di un formulario è possibile sapere il numero dei volontari e quali sono le loro competenze affinché, terminata la fase di emergenza, possano essere impiegati per i compiti a loro più consoni».
«Incolumità dei volontari» – Chiesa sottolinea come occorra anche considerare le reali necessità del territorio ferito. «Non solo. Bisogna pure tener conto di eventuali criticità legate all'incolumità dei volontari. Abbiamo a che fare con zone colpite da maltempo in condizioni ancora precarie. Per questo motivo, a livello assicurativo, chi offre il proprio supporto volontario deve possedere i requisiti richiesti in relazione all’assicurazione RC (Responsabilità Civile). Deve anche dichiarare di assumersi la responsabilità per eventuali infortuni o danni alla propria salute fisica o psicofisica. Nonché di assumersi la responsabilità per eventuali danni alla salute di terze persone».
«Caso eccezionale, le pratiche sono da velocizzare» – Gianola, dopo avere ringraziato alcune aziende che hanno messo a disposizione del gruppo materiale gratuitamente, non molla. «Quanto dice Chiesa va benissimo. Ci chiediamo però come sia possibile che ci voglia così tanta burocrazia per andare su con la pala in mano e aiutare le persone a pulire. In un caso come questo dovrebbero essere velocizzate le pratiche. La gente ha bisogno. Ci aspetta a braccia aperte. Non chiediamo tanto. Le persone della valle si sentono abbandonate. E questa è la cosa peggiore».
«Quei personaggi non hanno rispetto» – Il 42enne lavizzarese pone infine l'accento su un altro aspetto. «Ci sono personaggi di spicco che in questi giorni stanno dicendo di non più aiutare le valli periferiche. Perché tanto non sarebbero produttive. È scandaloso. Non c'è rispetto per le persone che sono lì. E non c'è rispetto nemmeno per la nostra cultura alpina».