Il luogo scelto perché «Posta e Comune hanno organizzato una mostra mentre in città sono a rischi due sportelli. Inopportuno»
BELLINZONA - La Posta chiuderà una ventina di uffici in Ticino. La notizia, ormai di dominio comune da diversi giorni, ha inevitabilmente fatto scattare discussioni e polemiche.
E mentre i sindaci dei diversi paesi colpiti dalla riorganizzazione si stanno mobilitando, questo pomeriggio, 13 settembre, è stato organizzato un presidio di protesta a Bellinzona, davanti all'entrata del museo di Villa dei Cedri. Manifestazione voluta da MPS, Syndicom, USS, Unia, Associazione per la difesa del Servizio pubblico, PS e Verdi.
Ma perché proprio fuori dal museo Villa dei Cedri a Bellinzona? La spiegazione è fornita dagli stessi organizzatori. «In città è prevista la chiusura di due uffici postali, Semine e San Paolo. Ecco allora che abbiamo preso atto con sorpresa della comunicazione di un’iniziativa che vede la collaborazione de La Posta e della città di Bellinzona, attraverso il suo Dicastero dei Musei», l'avvio della nota.
Il riferimento è proprio all’organizzazione congiunta della Mostra Giardino di Acclimatazione il cui vernissage si è svolto oggi presso il Museo Villa dei Cedri.
«La Posta colleziona da cento anni opere d’arte e, per ricordare questo anniversario, ha deciso di promuovere alcune mostre in città svizzere in collaborazione con musei locali. Evidentemente non abbiamo di per sé nulla contro simili manifestazioni. Tuttavia, a nessuno sfugge che questo evento cade proprio nello stesso periodo in cui La Posta annuncia pesanti tagli al servizio pubblico – sotto forma di chiusure di uffici postali – proprio nella città di Bellinzona», la sottolineatura.
Intento dunque è quello di «attirare l’attenzione sul fatto che la disponibilità della Posta a “collaborazioni” sul piano artistico non trova un necessario prolungamento del servizio pubblico», dicono gli organizzatori.
Le chiusure generalizzate, ricordano infine gli organizzatori «comporterebbero una significativa riduzione dei servizi essenziali per la popolazione locale, soprattutto per le fasce più deboli come anziani e persone con difficoltà di spostamento. Inoltre tale decisione avrebbe un impatto negativo sul tessuto economico e sociale delle comunità coinvolte», si chiude la nota.