Nonostante i sacrifici dei lavoratori dell'azienda per far fronte al franco forte, si registrano dei tagli del personale che fanno temere il peggio. Forte (Syndicom): "Clima da roulette russa"
BIOGGIO - Si respira aria pesante tra i 120 dipendenti della Südpack SA a Bioggio. L'azienda è una delle tante presenti in Ticino che hanno sede all'estero. Südpack è tedesca ed ha la sua sede principale a Ochsenhausen, cittadina di 8.000 abitanti del Baden-Württemberg. L'impresa è specializzata nella produzione di imballaggi e conta tre stabilimenti produttivi, tra cui uno a Bioggio appunto, dove la direzione ha deciso il licenziamento di sei persone. Licenziamenti che sono avvenuti in due tappe: "il primo all'inizio di settimana scorsa e gli altri cinque nella giornata di venerdì", spiega Marco Forte, responsabile regionale del sindacato Syndicom, che non nasconde il suo dispiacere e la sua preoccupazione. "Dopo aver firmato un accordo con le parti sociali, che prevedeva dei sacrifici per le maestranze a seguito della situazione legata al mutato rapporto di cambio tra euro e franco" - OCST e Syndicom Ticino, in una nota congiunta diramata lunedì sera "denunciano la decisione dei vertici dell'azienda di procedere a dei licenziamenti senza coinvolgere né la commissione interna né le parti sociali".
Una chiusura da parte della direzione criticata dalle due organizzazioni sindacali che chiedono di "aprire un tavolo di discussione per trovare congiuntamente le soluzioni confacenti". OCST e Syndicom vogliono scongiurare, in tutti i modi, che lo stabilimento produttivo possa essere sacrificato a quello in Polonia, paese in cui la Südpack, come ci ha informato Marco Forte, è già presente. "Noi non sappiamo ancora se il futuro di Südpack SA sarà in Polonia, ma neppure abbiamo la certezza che questi sei licenziamenti saranno gli ultimi". Il rappresentante sindacale spiega, infatti, che la direzione avrebbe deciso il taglio a causa della perdita di alcuni clienti subita negli ultimi mesi.
Tra i sei lavoratori licenziati figura anche il vicepresidente di syndicom regione Ticino e Moesano. Una decisione che, inevitabilmente, suscita dubbi e sospetti: ad esprimerli è sempre Marco Forte, che sottolinea l'impegno profuso dal lavoratore licenziato nelle sue attività sindacali. Che il suo licenziamento sia stato deciso a causa della sua appartenenza al sindacato? "Il dubbio c'è, tuttavia la paura tra i dipendenti è che il prossimo licenziamento possa toccare anche ognuno di loro. Regna l'incertezza: è una paura da roulette russa", risponde Forte, che lancia l'appello ai vertici aziendali affinché "si ritirino i sei licenziamenti e ci si possa sedere attorno a un tavolo, trovare delle soluzioni condivise dalle parti e che possano arrecare il meno danno possibile al personale".