È accusato di atti sessuali con persone incapaci di discernimento, il 47enne oggi alla sbarra alle Assise correzionali.
«Finché ha potuto lui ha negato tutto», così la PP Pamela Pedretti, che chiede 20 mesi di detenzione sospesi. La difesa, però, punta all'assoluzione.
LUGANO - «Lui ha usato la vittima come un oggetto sessuale. Ha sfruttato consapevolmente il suo stato di ubriachezza». Sono parole dure, quelle della procuratrice pubblica Pamela Pedretti. Parole riferite al 47enne italiano, ma residente nel Luganese, oggi alla sbarra alle Assise correzionali di Lugano per atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere. La richiesta di pena è di 20 mesi di detenzione sospesi per due anni, più un risarcimento di 8’000 franchi per torto morale. La difesa, però, non ci sta. E chiede l’assoluzione.
Tra i fumi dell’alcol - I fatti, oggi interamente ammessi dall’accusato, N.R., risalgono al 20 giugno 2021. Intorno alle 2.30 del mattino l’uomo dà un passaggio alla vittima, oggi 50enne, che conosceva di vista e stava facendo autostop a Lugano. Lei era fortemente ubriaca, e il giorno dopo è stato appurato che aveva un tasso alcolemico compreso tra 1,31 e 2,71 g/l. Una volta arrivati a un parcheggio situato nei pressi dell’abitazione della donna, lei scende, si appoggia al portellone del baule e infine cade a terra. N.R., raggiungendola e porgendole le mani per sollevarla, si cala i pantaloni e il tutto sfocia in un rapporto orale, con la vittima prima seduta e poi sdraiata a terra nel parcheggio. Durante l’atto, conferma l’imputato, la vittima gli chiede: «Chi sei?».
«Sapeva che se ne stava approfittando» - «Lui aveva capito che con lei in quello stato poteva fare quello che voleva. Sa perfettamente di essersi approfittato di lei quella sera, anche se ha continuamente cercato di sminuire le sue responsabilità», afferma la PP Pamela Pedretti.
«Io non ho chiesto e lei non mi ha detto di no» - «C’era già stata qualche battutina in occasioni precedenti, qualche sguardo che poteva far credere ci fosse qualcosa di reciproco», si giustifica N.R., che sostiene di aver pensato che la donna, al momento, fosse consenziente. Ma di parole, al momento dei fatti, non ce ne sono state: «Io non le ho chiesto nulla e lei non mi ha detto di no. Ci siamo solo guardati», ammette il 47enne.
Ammissioni tardive - «Lui ha negato tutto finché ha potuto», sottolinea la PP. All’inizio dell’istruttoria l’uomo aveva infatti dichiarato di non aver mai avuto un contatto sessuale con la vittima, parlando solo di un bacio stampo dato da lei, «fino al momento in cui è stato ordinato un esame del DNA sullo sperma ritrovato sulla maglietta della donna». Solo allora, sottolinea Pedretti, «quando si è trovato con le spalle al muro», ha iniziato ad ammettere i fatti. «Non ho detto nulla per paura che lo venisse a sapere mia moglie, e anche per il lavoro», replica il 47enne in tutta risposta.
«Lei ha preso l'iniziativa» - La parola passa poi alla difesa, che chiede l'assoluzione dell'imputato. «La donna, è emerso, è abituata a sbevacchiare parecchio quando esce», replica l'avvocato Mattia Guerra. «Considerando anche la corporatura robusta della vittima, che pesa circa 85 chili, si può ipotizzare che la stessa regga abbastanza bene l'alcol». Il che, secondo la difesa, stende un velo di dubbio sulla supposta totale incapacità di discernimento della 50enne al momento dei fatti. Inoltre, aggiunge Guerra, secondo quanto raccontato dall’imputato «la donna non è stata passiva e ha preso iniziativa. Ha iniziato lei l’atto sessuale da seduta, il che stride con l’idea che lei fosse totalmente incosciente o inetta a resistere». La vittima, ricorda poi solo a tratti quanto successo, viene infine evidenziato.