Non luogo a procedere, così il Procuratore pubblico straordinario sulle accuse mosse contro i tre giudici Ermani, Pagnamenta e Villa
BELLINZONA - Caduta l'accusa di pornografia, sul caso Ermani piove un altro non luogo a procedere. Anche in relazione ai presunti reati contro l'onore - paventati nella querela sporta nel mese di luglio scorso da due giudici del Tribunale penale cantonale (Quadri e Verda Chiocchetti) contro tre altri giudici ordinari (Ermani, Pagnamenta e Villa) - il Procuratore pubblico straordinario ha concluso le sue verifiche non ravvisando nessuna infrazione «degli articoli 173 e seguenti del Codice penale».
Per fare chiarezza su questa intricata vicenda è necessario risalire all’aprile scorso, quando Quadri e Verda Chiocchetti segnalavano un possibile caso di mobbing perpetrato dai colleghi Ermani, Pagnamenta e Villa ai danni di una segretaria. In particolare si faceva riferimento a una foto ritenuta oscena e inviata dal giudice alla collaboratrice. Veniva segnalato anche un clima pesante all’interno dell’organo istituzionale.
A loro volta Ermani e colleghi rispondevano segnalando Quadri e Verda Chiocchetti al Consiglio della Magistratura. Risultati inefficaci i tentativi di mediare, in luglio, i sopra citati due giudici rispondevano con una querela per reati contro l’onore.
Sulla scorta di un esame degli atti all'incarto e delle sue valutazioni di natura giuridica, il Procuratore pubblico straordinario è giunto alla conclusione che non sussistono i presupposti per procedere contro i reati ipotizzati di lesioni all'onore. Ergo: non luogo a procedere.