Ignazio Cassis e Christian Vitta hanno ripercorso questa sera i punti salienti della pandemia.
L'hanno fatto in occasione di un incontro pubblico organizzato della nuova sezione PLR di Tresa.
PONTE TRESA - La nuova sezione del PLR di Tresa ha incontrato questa sera il Consigliere federale Ignazio Cassis e il Consigliere di Stato Christian Vitta, che hanno discusso della pandemia di Covid-19 e delle relazioni Svizzera-Europa. «In questa crisi la Svizzera ha mostrato la sua coesione», ha afferma Cassis.
Covid e situazione economica - «Questa crisi è unica nel suo genere e non svanirà in pochi mesi. Adesso grazie all’autorità federale possiamo avere degli aiuti, ma il prossimo anno dobbiamo attenderci delle situazioni più difficili», ha invece sottolineato Christian Vitta. «La Confederazione ha liberato 40 miliardi a disposizione delle imprese che si trovavano con poca liquidità, che altrimenti sarebbero fallite, e per i dipendenti con la misura della disoccupazione parziale», ha spiegato Ignazio Cassis. Attualmente le imprese hanno richiesto circa 20 miliardi sotto forma di un prestito a tasso 0 per un massimo di 7 anni. Ma quanti di questi soldi verranno restituiti? «Se un’azienda fallisce non sarà in grado di restituire il prestito, ma per chi non chiuderà non sono previsti condoni», ha aggiunto il consigliere federale.
Lockdown e chiusura delle frontiere - «Abbiamo temuto che gli Stati confinanti potessero richiamare il personale sanitario non permettendo alle strutture svizzere di funzionare», ha ricordato Cassis. «La tensione era alta perché potevamo avere i macchinari e i posti letto, ma il personale sanitario residente non sarebbe stato sufficiente. Fortunatamente ciò non è accaduto».
Finestra di crisi - Per qualche settimana il governo ticinese si era scontrato con la Confederazione per ottenere una finestra di crisi più ampia. «C’era una verità giuridica e una epidemiologica», ha spiegato l'ex medico cantonale. «Con pragmatismo siamo riusciti ad accordarci sapendo di non essere puristi dal profilo giuridico, non creando un’ulteriore crisi, cioè quella del federalismo».
Mobilitazione dell’esercito - Cassis ha poi ricordato come la mobilitazione dell’esercito «si stata l'unica dalla Seconda Guerra Mondiale a oggi e la prima tramite sms». «In 24 ore - ha aggiunto - l’80% delle persone avevano risposto affermativamente ed erano già in caserma. Una grande dimostrazione di responsabilità personale della popolazione».
Libera circolazione - Durante la serata si è però parlato anche dell'iniziativa per la limitazione: «Non è votando sì all’iniziativa dell’UDC che chiudiamo la porta al resto del mondo», ha detto Cassis. Al riguardo Christian Vitta ha aggiunto: «Non è il periodo di giocare con il fuoco e non si risolverebbero i problemi votando sì». Cassis ha parlato anche delle merci: «Senza rapporti giuridici chiari si crea l’incertezza e in questi casi le autorità bloccano».
Realtà cantonali - «Il mercato del lavoro ticinese è differente dagli altri cantoni», ha infine sottolineato Vitta. «La Confederazione deve lavorare e sta lavorando per considerare maggiormente le differenze delle varie regioni della Svizzera», gli ha risposto Cassis.