Gli ecologisti sollecitano il Gran Consiglio a evadere l'iniziativa cantonale.
BELLINZONA - Il giorno dopo la chiara bocciatura a livello nazionale dell'iniziativa UDC sulla limitazione, i Verdi tornano alla carica per fare in modo che il Ticino venga riconosciuto come «Cantone a statuto speciale» al fine di salvaguardare in maniera efficiente il suo mercato del lavoro. E lo fanno sollecitando il Gran Consiglio a evadere «finalmente» l'iniziativa cantonale in merito.
«Il voto ticinese (che ieri ha accettato il testo democentrista, ndr) denuncia - sottolineano i Verdi in una nota - la necessità d'intervenire urgentemente e in maniera risolutiva per tutelare le condizioni lavorative del nostro cantone». Per gli ecologisti, il problema è reale, ma per risolverlo ci vogliono altre soluzioni rispetto a quelle messe sul piatto dall'UDC. «Disdire gli accordi bilaterali e colpevolizzare migranti e frontalieri è chiaramente dannoso e assolutamente inefficace».
Per questo motivo i Verdi vogliono riproporre un'iniziativa cantonale - presentata dapprima nel 2009 e poi nel 2019 - che richiedeva alla Confederazione di occuparsi «urgentemente» della questione attraverso l’istituzione di uno statuto speciale per il Canton Ticino e per altre zone di frontiera con problematiche analoghe. «Purtroppo a oggi questo atto risulta ancora inevaso», lamentano gli ecologisti chiedendosi «come mai il Gran Consiglio, la sua commissione Economia e Lavoro e i suoi membri non abbiano interesse ad accelerare la procedura».
Per i Verdi del Ticino infatti i «tempi sono maturi» visto il «profondo disagio» espresso dal popolo ticinese nelle votazioni federali di ieri. «Per attuare contromisure specifiche alle conseguenze negative degli accordi di libera circolazione, sono necessarie maggiori competenze cantonali in materia di diritto del lavoro, ad esempio attraverso la possibilità di fissare salari minimi economici (e non sociali), il rafforzamento dei contratti collettivi, maggiori controlli delle condizioni contrattuali o lotta attiva agli abusi».
I Verdi del Ticino e cofirmatari si stanno quindi battendo per «un disciplinamento che fornisca al Ticino gli strumenti istituzionali necessari per regolamentare il nostro selvaggio mercato del lavoro e che ponga un freno alla precarietà dilagante, causa di povertà e marginalizzazione sociale».